CORIGLIANO-ROSSANO – «Non vogliamo essere Cassandra e saremmo felicissimi domani di smentire noi stessi, ma crediamo che Corigliano-Rossano si sia avviata verso un periodo di buio e di grandissima approssimazione. Il sindaco Stasi ha dimostrato, purtroppo, di non avere alcuna idea realmente fattibile per costruire la “città normale” che ha declamato dai palchi elettorali. Le linee programmatiche, oltre ad essere un soufflé di parole scopiazzato da programmi di altri sindaci, non hanno alcuna visione. Ma soprattutto non dicono come e quando le intenzioni del primo cittadino e della sua maggioranza potranno essere realizzate. La verità, sottesa nell’illustrazione del programma di mandato, è che da cittadini della terza città della Calabria, viviamo alla giornata avvinghiati dalle emergenze, che non si riesce a risolvere, e rifocillati da una lunga ondata di populismo che, però, sta finendo la sua forza propulsiva. Tant’è che ci ritroviamo a fare i conti con la nuda e cruda realtà: finanziamenti che si perdono; servizi per le fasce deboli che non vengono erogati (e se vengono erogati sono scadenti); nessuna strategia per la tutela dell’ecosistema e dell’ambiente e per lo sviluppo del territorio; manutenzione ordinaria inesistente; macchina comunale nel caos e una comunità che non si sente autorevolmente guidata».
«Abbiamo espresso voto contrario a quella che dovrebbe essere la Magna Carta che ispirerà il mandato dell’Amministrazione comunale perché non vogliamo essere co-responsabili del declino che si prospetta per la Città. Perché alla fine Stasi se la prenderà – come ha sempre fatto – con il “sistema ostile”, tendando di salvare il suo carrierismo politico, mentre la terza Città della Calabria si ritroverà con un cumulo di cocci che dovranno poi essere ricompattati».
«Nel mare di disfunzioni e incertezze, in parte già create dall’esperienza Stasi, ci sono tre piccoli indicatori, elementari e facilmente individuabili, che ci danno il senso di come potrà finire la storia amministrativa di questa giunta comunale. Il primo: l’incapacità di essere autorevoli nel rivendicare i diritti della Città. Corigliano-Rossano già all’insediamento del nuovo esecutivo poteva essere beneficiario di un fondo di 7milioni di euro per i lavori di riqualificazione della rete idrica; per ammissione dello stesso sindaco oggi sappiamo che quei soldi non ci sono più e non si sa che direzione abbiano preso. Il secondo: l’incapacità di gestire l’ordinario. Nelle casse dell’Ente ci sono oltre due milioni di euro che attendono di essere spesi per la riqualificazione idraulica del torrente Acqua del Fico che durante l’alluvione del 2015 si è riempito di detriti e che oggi, in caso di forti piogge, rappresenta un pericolo per l’assetto del territorio. Questi soldi non si riescono a spendere perché non c’è coraggio nelle scelte. Il terzo: l’incapacità di programmare. Differenziata, Porto ed ex centrale Enel, sono tre grandi questioni da cui bisognava partire immediatamente per dare una direzione di sviluppo a Corigliano-Rossano. E invece, sulla raccolta RD in tre mesi registriamo un decremento di 13 punti percentuali sull’area di Corigliano e di 9 su quella di Rossano, mentre non sappiamo (nemmeno in questo caso) che fine abbiano fatto i soldi per le bonifiche delle ex discariche di Olivellosa e Cotrica. Sulla questione Porto, Stasi ci ha fatto nuovamente l’elenco di tutti i problemi che ha la struttura, guardandosi bene dal tracciare gli step ed il cronoprogramma di interventi che intende attuare per portare nella darsena i servizi che oggi mancano alla marineria peschereccia e per rilanciare l’area d’attracco turistico. Mentre su Enel si continua a parlare di prospettive mentre la prima, indispensabile ed immediata azione che si dovrebbe chiedere alla holding energetica è quella di avviare il piano di bonifica e caratterizzazione dell’area».
«Basta questo a capire che così, purtroppo, non si andrà da nessuna parte. La città è ripiegata su stessa, avvolta dal degrado. I servizi per i quali il sindaco si era battuto come un leone da consigliere populista oggi sono scadentissimi (ci riferiamo alla refezione scolastica) e altri (l’assistenza per i ragazzi diversamente abili) ancora stentano a partire. Se questa è l’alba de nu juorno buono?!»