L’altro giorno, durante una conversazione con alcuni amici, ho appreso dettagli sulla loro minuziosa organizzazione per la serata del 31 dicembre. Nessun cenone – ho pensato che forse stavano seguendo una dieta – niente mutanda rossa o abiti lussuosi – sarà la crisi, mi sono detto. Poi, con meraviglia, mi è stato spiegato l’arcano: “Ma come, non vieni a Crotone? Amadeus condurrà il Capodanno della Rai!”
Poi, spontaneamente, ho fatto una riflessione: non sarebbe bello se le stesse truppe di pellegrini pro-Amadeus e simili si ritrovassero davanti alla Prefettura, per esprimere il nostro disappunto nei confronti di una Calabria che arretra nella sanità, nelle infrastrutture, nel lavoro e nella qualità della vita? A proposito di quest’ultima, proprio Crotone è risultata all’ultimo posto nella classifica delle città dove si vive meglio.
Ma pensate un po’, un Amadeus che direbbe quattro sciocchezze a questi fan dell’ex tubo catodico appollaiati semi-rattrappiti su uno sgabello con davanti un muro di persone magari in piedi, dunque col posteriore all’altezza del muso – beh!
La mia provocazione sulla mobilitazione ha diradato il gruppetto. Qualcuno ha salutato, altri hanno detto che io sono il solito e che i politici sono tutti uguali. “Non cambierà nulla”, mi ha gridato in faccia il più “Amadeussiano” di tutti.
Ma sapete, ho insistito, che hanno tolto gli stanziamenti del fondo di coesione per un ponte che non si farà? Avete letto che l’alta velocità che doveva approdare a Tarsia ritorna sul Tirreno? Possibile che importiamo più medici da Cuba che banane? E ancora: mulini a vento del 2023 in pieno mare da Corigliano a Mandatoriccio; un’industria pesante fra le clementine, un… e mi sono accorto di essere rimasto solo, in un deserto inquinato da Ballando sullo sgabello, visi sorridenti alla telecamera Rai che dipinge come un paradiso persino Crotone.
Così va l’impegno nel 2023, con amministratori ad ogni livello che si contendono a suon di centinaia di migliaia di euro, cantanti ed artisti che, loro sì, imbottiti da ricchi cachet, riescono a sopportare anche un freddo artico. Insomma, nella letterina dei concertisti, il termine “lotta” non troverà spazio, se non per la conquista di uno spazio per lo sgabello.
Comunque, buon concerto a tutti, da Crotone a Reggio, sperando che non piova e nessuno soffra di flatulenze.
Giuseppe Passavanti – Giornalista