Negli interventi fatti in occasione della fiducia al nuovo governo, si sono risentiti gli stessi temi che hanno portato (a ragione o no) alla caduta del governo precedente e alle incomprensioni causa della rottura con altre forze; e viene da chiedersi: possibile che non si capisce che non si può ripercorrere la stessa strada che ha portato alla frattura, e sostenere assiomi indiscutibili con la sola alternativa del prendere o lasciare.
Se non si è riusciti a salvare, con i soliti temi fritti e rifritti, il governo Conte bis, come si può pensare di imporli adesso che si è in una ampia maggioranza che quindi può fare a meno anche di un partito, e andare avanti lo stesso senza problemi?
La conseguenza potrebbe essere che come si è avuto la caduta del precedente governo, l’attuale maggioranza prenderà decisioni autonome e contrarie a quelli che insistono su posizioni ortodosse.
I numeri della maggioranza sono importanti, ed è chiaro che si avranno provvedimenti approvati anche con il voto contrario di qualche forza che ha votato la fiducia; ma una cosa è questa, un’altra è isolarsi su posizioni incompatibili che non potranno che portare all’autoesclusione dal governo del Paese.
Con l’approvazione della legge sulla diminuzione di parlamentari e il calo dei consensi, si potrebbe arrivare a una forza residuale e non necessaria per affrontare i molti gravi problemi che affliggono l’Italia e gli Italiani, che forse si sono in parte pentiti di aver votato a scatola chiusa i presunti salvatori della patria, i duri e puri, che forse alla fine potrebbero restare soltanto con il diritto di tribuna, e come una meteora passata e poi svanita.
Il comico diceva noi siamo noi, loro sono loro, e con discorsi ad effetto riuscì a portare il movimento ad oltre il 30% dei voti; ora dopo il governo con tutti quelli che venivano chiamati loro, e le numerose espulsioni e con l’evidente calo dei consensi, cosa resterà a chi aveva sperato in una politica diversa? Intanto il movimento dopo il voto contrario alla fiducia, ha espulso i numerosi dissidenti, che pare vogliano impugnare l’allontanamento innanzi al Giudice, con ricorsi e controricorsi e/o formare un nuovo partito.
In ogni caso, resta il fatto che in una legislatura e mezzo l’unità che sembrava granitica è divenuta materia di decisione della Magistratura; e questo sembra – purtroppo – una sconfitta.
Dalla rivoluzione alla irrilevanza.
Avv. Luigi Fraia