Caro Consigliere Regionale Ferdinando Laghi, inizierò questo intervento esprimendo il mio apprezzamento per la Sua figura politica, caratterizzata da equilibrio e pacatezza. La Sua presenza in ambito politico è stata spesso un faro di serietà e riflessione. Tuttavia, mi trovo oggi in una posizione di perplessità circa le Sue recenti dichiarazioni riguardo al tribunale di Corigliano Rossano e alle affermazioni del Senatore Ernesto Rapani. La Sua posizione ha sollevato importanti questioni che meritano di essere esaminate con attenzione. Innanzitutto, condivido appieno la Sua opinione sulla necessità di preservare tutti i tribunali in Calabria. Nessuna giurisdizione dovrebbe essere soppressa, condivido. Ma la storia dice altro, nel 2011 fu soppresso il solo tribunale di Rossano. È legittimo chiedersi cosa sia stato fatto in passato per evitare questa chiusura e quale sia stata la risposta della classe politica del Pollino.
In politica, come nella vita, la coerenza è un valore premiante. E qui viene il momento di fare una riflessione critica. Durante il periodo precedente alla chiusura del tribunale di Rossano, è stato notato un silenzio assordante da parte di molte parti interessate, compresi coloro che ora sollevano obiezioni. Cosa è stato fatto per evitare la chiusura di Rossano quando c’era la possibilità di farlo?
È anche emerso che alcune relazioni sono state alterate al fine di sostenere la tesi della chiusura di Rossano. Questo solleva interrogativi legittimi sul processo decisionale e sulla trasparenza nelle nostre istituzioni. È fondamentale che i cittadini possano fidarsi delle decisioni prese dai loro rappresentanti e che queste decisioni siano basate su dati accurati e trasparenti. Inoltre, c’è un aspetto importante che dovrebbe essere preso in considerazione: la questione dei locali sovrabbondanti a Castrovillari. È stato sostenuto, da alte cariche istituzionali in una relazione del ministero della Giustizia, che il tribunale di Castrovillari aveva la capacità di ospitare l’intera utenza jonica. Tuttavia, questo solleva ulteriori domande sul processo decisionale e sulla logica che ha guidato questa affermazione. Come è possibile che un tribunale progettato per 120.000 abitanti nel 2000 sia adatto a ospitarne 240.000? È fondamentale avere chiarezza su queste affermazioni e su come siano state fatte. Su alcuni di questi punti neanche l’attuale Ministro della Giustizia, oltre a quelli del passato, ha fornito delucidanti risposte. Quindi, prima di accusare l’area jonica di territorialismo o di localismo, dobbiamo riflettere sul passato e cercare di comprendere a chi appartenga la logica localistica. La coerenza in politica è essenziale, ma lo è anche la trasparenza e l’onestà nel processo decisionale. Dobbiamo lavorare insieme per garantire che le scelte che influiscono sulla vita dei cittadini siano prese in modo equo e basate sui fatti. In conclusione, caro Consigliere Laghi, La esorto a continuare a lavorare per una Calabria migliore, basando le Sue azioni su principi di coerenza, trasparenza e uguaglianza. Solo attraverso un dialogo aperto e un processo decisionale equo possiamo costruire un futuro migliore per tutti i cittadini della nostra regione.
Matteo Lauria – Direttore I&C