Per la prima volta il nostro territorio avrà cinque grandi elettori per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Infatti, ai quattro eletti vi è di aggiungere una deputata di un paese vicino, eletta in un’altra circoscrizione, ma pur sempre con radici vicine alle nostre; è un numero considerevole di voti, e questo – credo – è un dato da sottolineare in modo significativo; essi potevano – addirittura – aumentare con l’indicazione che si è effettuata dei tre elettori espressione del consiglio regionale.
Certo, cinque voti in un contesto storico in cui diversi parlamentari sono senza patria; almeno dalla quarta votazione – quella dalla quale si abbassa il quorum – potrebbero pesare se si creasse una unità di intenti, e se si avesse la stella cometa soltanto del bene del nostro territorio; anche perché un amico politico al Colle più alto d’Italia, certo non farebbe male, anzi. Si pretende troppo? Probabilmente sì!
La politica dovrebbe servire anche a smussare gli eventuali spigoli, soprattutto quanto si dovrebbe agire per un bene comune e per non essere semplicemente degli yes man, delle volte a servizio di partiti inesistenti, così da accantonare – almeno momentaneamente – vecchi e nuovi rancori.
Basta che si pensi e si prenda atto che la figura del Capo dello Stato è mutata a costituzione invariata, e che non occorre essere dei fini costituzionalisti per verificare che i poteri del Presidente della Repubblica sono aumentati, alcuni dicono troppo; c’è chi giustamente li ha chiamati a fisarmonica – in verità un po’ troppo aperta.
Ma questo è palesemente dovuto alla debolezza della politica e ai fu partiti politici, palestre di vita e di cursus honorum.
Cosicché mancando guide autorevoli e adeguate, si è costretti a rifugiarsi nel “buon senso” del Capo dello Stato, che – però – ha portato alla nomina di soggetti a capi di governo nemmeno eletti in parlamento, nel silenzio dei rappresentanti popolari, anzi senza la minima loro incidenza nelle decisioni.
Allora, non perdiamo questa occasione; sono trascorsi 76 anni dalla nascita della Repubblica Italiana, e la speranza che ci deve essere che anche dal dodicesimo inquilino del Quirinale ci possa essere l’attenzione che il nostro territorio merita a livello nazionale, con l’augurio che – chiunque sia eletto – sia garanzia di unità e solidarietà – in un periodo di emergenza per il Covid, e sia – altresì – la rappresentazione dell’Italia più bella e autorevole, e speriamo senza il voto inutile e ininfluente dei peones.
Avv. Luigi Fraia – Già presidente del Consiglio comunale dell’ex città di Rossano