L’intervento. Sibaritide, la sfortuna di un territorio

Avv. Luigi Fraia

Corigliano Rossano – La provincia di Cosenza è come estensione, più grande dell’intera regione Liguria.
All’interno di essa, la Sibaritide è il suo polmone: dal punto di vista agricolo oltre che avere un notevole rilievo culturale, architettonico e turistico.
Premesso ciò, fa un certo effetto leggere sui più importanti e venduti giornali a diffusione nazionale, che la terra governata da Toti, si lamenta (sic) perché il suo territorio è interessato da troppi lavori e troppi cantieri, e quindi destinazione di molti soldi pubblici a quell’area, mentre da noi ancora si percorre una 106 che oltre ad essere la strada della morte, È LA STRADA DELLA VERGOGNA, e rappresenta il fallimento, che i numerosi politici espressione del territorio, al di là di proclami inutili e fastidiosi, non hanno – al momento – saputo risolvere.
Nello stesso tempo, l’intera Sibaritide è inesistente nel PNNR – piano nazionale di ripresa e resilienza una nullità – uguale, purtroppo, all’incidenza dei nostri parlamentari indaffarati in bagatelle e beghe condominiali, dimenticando spesso il loro fondamentale ruolo politico, che funge spesso da supporto alla maggioranza di governo, che – però – destina in altri luoghi risorse e personale.
Risultato: non siamo presi in considerazione, ossia – al momento – esiste zero programmazione e quindi zero finanziamenti, quando altre zone della stessa provincia sono state, e molto bene, salvaguardate.
Ergo: o si balbetta, ovvero non si parla nei posti deputati, oppure – peggio – non c’è nessuna considerazione per le cose che vengono dette dai nostri numerosi rappresentanti.
Comunque sia la risposta, è riprovevole e un’offesa per il nostro territorio, che negli ultimi anni non soltanto non ha visto crescere le infrastrutture, ma è stato scippato di importanti uffici che negli anni che si perdono nella notte dei tempi, erano stati riconosciuti come essenziali per una civile e rispettosa convivenza della popolazione.
La cosa più surreale è la palese mancanza di discussione; il tirare a campare di chi si è preso la responsabilità politica di rappresentare un territorio, che forse crede che con i proclami o le veline preconfezionate, assolva al suo fondamentale ruolo.
E la qualità del governo regionale?
L’università di Goteborg, ogni anno stila la mappa che traduce in colori l’indice europeo delle caratteristiche delle amministrazioni regionali.
L’Italia – come al solito – è al di sotto della media europea, con risultati – addirittura – simili a quelli dell’Est Europa; giova ricordare che si tratta della qualità percepita dai cittadini con sondaggi fatti personalmente a un panel predefinito.
L’ultimo lavoro è stato fatto in piena pandemia, ed ha riguardato la politica sanitaria e la gestione della crisi.
Volete sapere quale è stata la classifica riportata dalla nostra regione?
Mi scuserete se evito di rispondere; pare che siamo in campagna elettorale.
I curiosi – se vi sono – possono controllare lo studio completo pubblicato e diffuso ampiamente, ma le sorprese saranno poche o nessuna.

Avv. Luigi Fraia

 

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