Una recente sentenza del Consiglio di Stato, ha posto nel nulla la proroga alle concessioni balneari precedentemente stabilita all’anno 2033, e obbliga alla riassegnazione nel termine di 2 anni e alla procedura con evidenza pubblica.
Ciò significa che il governo deve procedere al riassetto del demanio marittimo, grazie al ritardo di molti anni accumulato; si può dire che le proroghe eterne, o quanto meno che spingevano molto più in là i nodi al pettine, non avranno efficacia e metteranno la politica davanti le proprie responsabilità.
Di certo vi è che anche in questo caso, la Magistratura supplisce alla politica di concerto alla normativa europea che supera quelle nazionali, dando i tempi a chi, procrastinava ab illo tempore, valutazioni, decisioni, responsabilità e forse anche il coraggio delle scelte che chi è eletto dal popolo, dovrebbe, senza perdersi in questioni spesso irrilevanti con il mandato ricevuto, e che spesso occupano la cronaca dei mass media. Comunque la si voglia intendere, la decisione giurisprudenziale segna incontrovertibilmente lo spirito del tempo e la mancanza di scelte, che non dovrebbero avere bisogno del sollecito ovvero dell’aut aut di altri organi che non siano quelli politici.
Quindi il malfunzionamento della politica e quindi dei rappresentanti dei cittadini, genera quella che può chiamarsi funzionamento errato del sistema, dove l’organo che dovrebbe non fa e decide per esso qualcun altro; vista l’incapacità a prendere decisioni, ritenute forse impopolari o che forse disturberebbero qualcuno, per poi dire non ho scelto io ma altri, quindi la colpa non ricade su di me. La giustizia amministrativa ha giudicato il contenuto della legge per le concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo, toccando la rilevanza economica e sociale che interessa le imprese balneari, che avrebbe bisogno di una legge definitiva e non una serie infinita di atti transitori e scadenze prorogate, di chi ha preso la decisione di non decidere, ma c’è da evidenziare – da una lettura approfondita – che la sentenza potrebbe rivelarsi un boomerang, svilendo la ratio della creazione dello sviluppo balneare.
Una cosa è certa: a parte i precetti della direttiva Bolkestein, si mette nei ranghi della ragionevolezza una proroga troppo lunga, con la scusa del Covid (sic), addirittura prevedendo l’esclusione della permanenza della concessione anche per i titolari con favorevole sentenza divenuta incontrovertibile. Un provvedimento, quindi, che apre una serie di domande al momento senza risposta, anche per gli eventuali indennizzi dovuti a chi perde la concessione avuta in precedenza. Cosa accadrà nel nostro territorio, che fine faranno le concessioni esistenti, a cosa si andrà incontro e che ripercussioni avrà sui cittadini? La politica come spesso accade, brilla – per ora – per il suo silenzio assordante.
Avv. Luigi Fraia – già assessore dell’ex Comune di Rossano