In Italia negli ultimi 10 anni sono stati tagliati ben 37.000 posti letto. Centinaia sono stati gli ospedali pubblici chiusi. Di questi, neanche a dirlo, 18 erano in Calabria. Sono stati chiusi per effetto del piano di rientro voluto dal centrodestra. Ieri sono intervenuta in aula per ricordare tutto il dolore dei calabresi e degli italiani che pagano sulla propria pelle, con viaggi della speranza, i tagli alla sanità pubblica, i danni del commissariamento regionale e il fallimento del regionalismo sanitario.
La politica regionale ha usato la sanità come bancomat. Era mio dovere, come rappresentante dei cittadini, ricordarlo a chi quelle scelte le ha fatte. Era mio dovere ricordare i nomi e i volti dei tanti cittadini costretti a fuggire verso il nord per curarsi. Era mio dovere restituire dignità a quei territori indebitante scippati di servizi sanitari. La risposta della maggioranza è avvenuta per bocca dell’On. Loizzo, mia conterranea, che per tutta risposta mi ha ricordato che loro considerano molti di quei 18 ospedali pubblici chiusi, inutili: “ospedali della morte” li ha chiamati. Chissà cosa ne pensano i suoi elettori!
Tanto erano inutili quegli ospedali, che solo grazie all’ostinazione di un gruppo di cittadini, oggi l’ospedale di Cariati ambisce alla riapertura. Tanto erano inutili che ben 3 sentenze hanno decreto la riapertura degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare. Solo per citare 3 degli ospedali chiusi, in attesa di riapertura. Quello alla salute è un diritto individuale. Un interesse della collettività. Chiudere un ospedale pubblico, questo si conduce alla morte. Era mio dovere ricordarlo. E’ nostro dovere rivendicarlo.
(Onorevole Baldino, Comunicato stampa)