È in tale contesto che rientrano gli investimenti per la riqualificazione e il recupero di spazi abbandonati nonché il ricorso e il sostegno continuo all’associazione Ricicl’Art che, per sensibilizzare su temi ambientali, utilizza l’arte come provocazione. Significativi contributi in tal senso sono stati pianificati nell’area urbana Corigliano-Rossano. Opere concepite attraverso il riuso creativo dei rifiuti. E un dono al territorio è anche la “Macchina armonica”, la cui inaugurazione ha rappresentato un evento storico per l’intera città. “Come azienda – afferma l’amministratore unico Walter Pulignano – sentiamo anche NOSTRA questa iniziativa in cui abbiamo creduto fermamente sin dall’inizio. Dalla fase di elaborazione alla realizzazione al processo di cantierizzazione, i passaggi sono stati tanti. Che abbiamo seguito con cura e abnegazione, investendo risorse economiche ed energie umane, non risparmiandoci mai, perché convinti della bontà dell’idea, innovativa, che potrebbe lanciare la città in un contesto nazionale e internazionale”. A tal proposito, doverosi i ringraziamenti all’arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano, attento alla evoluzione sociale del territorio, al sindaco Giuseppe Antoniotti per l’impulso fornito al progetto e per aver favorito il coinvolgimento di ECOROSS in tale iniziativa, al vice sindaco Guglielmo Caputo che ha voluto e creduto in questa straordinaria intuizione progettuale, al Maestro Pino Savoia che ha realizzato un’opera di grande valenza.
Tutto quel che ECOROSS promuove è nel segno della consapevolezza imprenditoriale. “La promozione di eventi socio-culturali aiuta a far crescere le nostre realtà. A beneficiarne sono le comunità”. Da qui l’invito ai colleghi imprenditori della città e del territorio “a sostenere iniziative che vanno nella stessa direzione, allo scopo di stimolare azioni che incentivano processi di sviluppo mediante una forte sinergia pubblico/privato. E’ una finalità che DOBBIAMO prefiggerci. A noi imprenditori – conclude l’amministratore unico di Ecoross – queste città hanno dato tanto: è giusto adoperarsi come segno di riconoscenza”.
Di estremo rilievo le dichiarazioni di S. E. Monsignor Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano-Cariati, il quale ha presieduto la cerimonia inaugurale di venerdì scorso, sottolineando quanto sia importante aprirsi all’esterno: ”Quando l’arte va tra la gente si arricchisce, un’opera d’arte relegata in un percorso di nicchia non ha senso. La Macchina armonica – afferma il presule – rende fruibile un’identità e, quindi, chi transita sulla ss 106, in entrambe le direzioni, può percepire vari elementi di questo territorio: l’importanza del Codex Purpureus Rossanensis; il contesto territoriale; i valori cristiani a cui da sempre la città di Rossano si ispira”.
Pino Savoia, artista rossanese formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma, sovrintendente della Polizia di Stato e già responsabile, per la grafica, dell’Ufficio Storico della Polizia di Stato – Ministero dell’Interno, è membro del gruppo di lavoro che disegna le nuove uniformi della Polizia di Stato. La “Macchina Armonica”, ispirata al Codex Purpureus Rossanensis, di cui valorizza la riconoscibilità iconografica, ne esalta elementi e valori simbolici con una lettura in chiave moderna e più concettuale. Attraverso il movimento simbolico degli ingranaggi proietta all’esterno due immagini speculari: la “Tavola della concordanza tra gli apostoli”, che è il frontespizio del Codex stesso. “Sono le uniche due tavole speculari – spiega il Maestro Pino Savoia – che ben si prestano a creare una struttura a tutto tondo e racchiudono un messaggio conviviale, di accoglienza, congeniale per chi giunge nella città di Rossano”. Proprio nella rotatoria di contrada Frasso-Amarelli, lungo la ss 106 jonica e all’ingresso di Rossano, la Macchina armonica esprime al meglio la sua funzione che, come un faro, “proietta i valori e i simboli identitari del nostro territorio”. Nell’ideazione e creazione della “Macchina armonica” il Maestro Savoia ha messo “la passione dell’artista locale che fa un passo indietro rispetto ad una espressione creativa libera. Molte volte – conclude Pino Savoia – gli artisti si concentrano sul proprio io facendolo spadroneggiare rispetto a quello che può essere il dialogo con il territorio e con il luogo in cui l’opera pubblica va collocata. Deve nascere un rapporto empatico tra l’opera e chi la vive quotidianamente, altrimenti resta solo un’espressione sterile di unicità”.