“Gli eventi atmosferici di questi giorni hanno messo a dura prova tutto il paese ed in particolare le aree del sud, Corigliano compresa, per gli effetti disastrosi evidenti nel settore agricolo ed agroalimentare. Già la nostra città, ultima per livelli di occupazione e per i più alti tassi di disoccupazione ed immigrazione, in assenza di azioni mirate corre grave rischi”. E’ quanto afferma in una nota, che fa seguito ad una riunione avuta con alcuni operatori presso la propria sede, il presidente dell’Associazione Generaazioni, Alfonso Falcone. Falcone ben conoscendo le difficoltà alle quali i piccoli agricoltori, allevatori, coltivatori, vanno incontro a seguito della forte e persistente ondata di maltempo, afferma: “Vorrei rivolgere – afferma Falcone – una richiesta di intervento alle autorità regionali e nazionali della protezione civile affinché vangano messi in sicurezza i tanti fiumi e torrenti coriglianesi che potrebbero esondare con rischi enormi per la popolazione, atteso che lo Scalo e Schiavonea sono le aree più esposte a tali fenomeni. Sono proprio questi i momenti – evidenzia Falcone- per cogliere l’occasione per attirare l’attenzione su problematiche quali lo sviluppo della filiera agricola ed agroalimentare, nonché quello dei sistemi di mobilità e della viabilità urbana ed extraurbana, il dissesto idrogeologico e i sistemi di sviluppo virtuosi che riguardano una città come Corigliano che si accinge ad un processo di urbanizzazione da area vasta. Va intensificato e perfezionato al più presto – per Falcone – il processo di integrazione tra città confinanti attraverso spazi più ampi e la realizzazione di un vero e proprio “Asse di sviluppo Urbano” che vada da Cariati a Rocca Imperiale che faccia perno su Corigliano e Rossano, passando per Cassano. La nostra città è la più interessata a questo processo poichè, come la Calabria, si trova, purtroppo, in una situazione di stagnazione economica persistente. La mappa degli indicatori statistici della produzione e del lavoro configurano una realtà urbana largamente refrattaria ai processi di sviluppo, chiusa, confinata in asfittici circuiti di tipo commerciale e agro-alimentare di vecchio stampo, con ristrettissimi spazi di mercato per effetto di monoculture non più richieste, quindi incapace di creare nuove occasioni di lavoro, soprattutto per i giovani”.