Mamma e figlia acritane protagoniste ad Affari tuoi, la trasmissione su Rai 1 condotta da Amadeus. Dayana Sposato e la mamma Lina dopo una partita che ha lasciato col fiato sospeso fino all’ultimo, non sono risultate vincitrici di premi in denaro. Stasera è emerso un frequente retaggio culturale, il “non prima del matrimonio”, ma anche e soprattutto, la voglia di godersi pienamente l’avventura che era stata loro concessa, l’umiltà, la fede e la capacità non scontata di guardare alle cose con meraviglia.
«Volevo ringraziare tutto il paese di Acri. È stata un’esperienza grandiosa, comunque è andata. Ci siamo divertiti, abbiamo giocato, abbiamo conosciuto Amadeus dal vivo, abbiamo camminato nel Teatro in cui sono state le icone dello Spettacolo, praticandoci anche noi. È già una vittoria», queste le parole che pronuncia Lina, affettuosamente definita dalla città di Acri “Marescialla”.
È appena andata in onda la Calabria, la Calabria consapevole, genuina e senza filtri. È andato in onda un bellissimo rapporto madre-figlia, con i conseguenti ostacoli generazionali che si infrangono di fronte al mare del bene reciproco. Ad ogni selezione di pacco, infatti, si consultavano entrambe: «Tu sei d’accordo? Scegliamo insieme».
«Fino a 36 anni — esordisce Dayana a seguito del dimezzamento alla regione fortunata — non avevo mai vissuto un’esperienza così bella, mai. Oggi la vivo grazie a mia mamma, che ha chiamato ad Affari tuoi. Sono contentissima per una cosa, oltre a questa esperienza: io a lei non faccio regaloni immensi, però finalmente l’ho portata al Teatro delle Vittorie — che io amo! n.d. Lina — e questo vale più di 300mila euro. Va bene così!». Una gratitudine probabilmente forte della contezza di avere in realtà già tutto, che a perdersi è stato un di più.
Per noi telespettatori vostri conterranei, avete vinto. E la Calabria, oggi, appare un po’ più fortunata.
Virginia Diaco
Una risposta
Anch’io sono di origine Calabria.
Cerchiamo di essere meno provinciali e di moderare il ns entusiasmo che, espresso in maniera eccessiva, ci qualifica come tali.
Scusate.