Meningite, è ormai psicosi collettiva. Di seguito l’intervento della dott.ssa Maria Grazia Sapia, segretario provinciale Fimp (Federazione italiana medici pediatri) Cosenza, che intende fornire informazioni e precisazioni utili.
Con l’allarme meningite siamo arrivati a una situazione drammatica. I nostri studi sono letteralmente invasi da genitori che temendo per la salute dei figli, alla prima linea di febbre corrono per chiedere informazioni.
Se è un dato positivo che moltissime mamme ora fanno la corsa al vaccino, il problema è che si sta creando una vera e propria psicosi. Il paradosso è che molti di quei genitori che chiedono il vaccino contro il meningococco, sono stati finora scettici addirittura sulle vaccinazioni obbligatorie preferendo non vaccinare, ad esempio, contro il morbillo.
Ma come si riconosce un sintomo preoccupante? “La meningite è una malattia che determina mal di testa, irrigidisce il collo e la nuca del bimbo. Se il bambino ha la febbre alta, il collo rigido, se versa in uno stato di sonnolenza insolita, è iporeattivo e ipovigile, allora è il caso di preoccuparsi. Ma, come è facile comprendere, sono sintomi molto evidenti e ben diversi da una banale influenza”.
La malattia si trasmette da persona a persona per via respiratoria, attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse con la tosse, con gli starnuti o mentre si parla.
Affinché il contagio avvenga è, comunque, necessario essere a contatto stretto e prolungato con la persona infetta o trovarsi in ambienti molto affollati. Infatti, la propagazione dell’agente patogeno generalmente non supera il raggio di due metri dalla fonte.
Per fortuna, tuttavia, essere esposti ad uno di questi patogeni non significa ammalarsi.
Per molti agenti patogeni (come meningococco, pneumococco e emofilo), infatti, è frequente lo stato di portatore, nel cui faringe risiedono questi batteri, senza alcuna sintomatologia e senza rischio.
Solo e unicamente per i soggetti che sono stato a contatto prolungato e stretto con chi ha contratto la meningite si consiglia, dietro indicazione del proprio medico, una profilassi antibiotica.
In Calabria é tutto come gli altri anni. Dati dell’Istituto Superiore della Sanità aggiornati a fine Novembre 2016: 3 casi di meningiti da meningococco ne 2016 e 2 casi nel 2015.
Utili sottolineare l’offerta ampia che la Regione CAlabria fa per prevenire la meningite da meningococco, offrendo il quadrivalente ( per i sierogruppi C, Y, A W) ai bambini dopo l’anno di età ed agli adolescenti ed il vaccino contro il meningococco B ai nuovi nati dal 2015. L’offerta dei vaccini e la strategia vaccinale messa in atto, anche grazie al contributo dei pediatri della FIMP, ci permette di affermare che la Calabria mette al riparo più delle altre Regioni i propri cittadini da una forma di meningite che é rara ma gravissima.
Ancora una volta stiamo correndo ai ripari con l’idea di salvare il salvabile. Possibile – che si debba arrivare al rischio di epidemia per convincere i genitori a vaccinare? A Rossano non c’è alcun allarme reale per la meningite. Spero però che questa situazione serva almeno a convincere tanti genitori dell’importanza dei vaccini, prima di tutto per proteggere i propri figli contro malattie che possono causare conseguenze gravissime”.
Maria Grazia Sapia, pediatra
Segretario Provinciale Fimp ( federaz. Medici Ped.) Cosenza
(fonte: comunicato stampa)