Si cerca in Francia il papà del bambino di 5 anni della Costa D’Avorio sbarcato da solo sabato scorso a Corigliano dalla nave tedesca Rhein con oltre 900 migranti.
L’appello di Corbelli, che oggi ha sentito al telefono il bambino (in affido provvisorio alla famiglia di un ispettore di polizia) e l’Ong che ha avviato le ricerche in Francia. ”Il bambino ivoriano – afferma Franco Corbelli – oggi è stato portato al mare, dalla famiglia del poliziotto che lo sta ospitando, che ho chiamato e che voglio ringraziare per questo esemplare gesto di accoglienza e solidarietà. Sono contento di aver avuto l’occasione questa mattina di sentire e salutare al telefono il piccolo Cisse. Qualche parola in francese per un breve saluto e un gesto di affetto”. Corbelli ha reso noto di aver, sempre oggi, sentito anche l’Ong, che sta seguendo il caso di questo bambino. “Una Ong sta cercando di individuare il papà di questo bambino che quasi certamente è in Francia. Siamo pronti a farlo arrivare subito in Calabria, a Rossano per fargli riabbracciare il suo figlioletto. Speriamo di riuscire al più presto a rintracciare il padre del piccolo Cisse. Il bambino ivoriano aveva con sè un biglietto con dei numeri di telefono. Si spera ci possa essere anche quello del padre. Ci serve a questo proposito l’aiuto della stampa, soprattutto quella francese, a cui chiediamo di far conoscere la triste e drammatica vicenda umana di questo bambino. Siamo pronti, su richiesta, a fornire anche la foto del piccolo Cisse, scattata oggi sulla spiaggia di Rossano, mentre con il costumino e i braccialetti sta per fare il bagno. Il nostro impegno è rivolto anche all’individuazione del campo lager dove si trova ancora rinchiusa la mamma del bambino, che, essendo a lei precluso (per mancanza dei soldi) il viaggio dagli scafisti criminali, con un gesto coraggioso e di nascosto ha affidato, ad alcuni compagni di viaggio, e fatto mettere il suo bambino su un barcone con la speranza che una volta giunto in Italia possa poi ritrovare e riabbracciare il suo papà…Un distacco doloroso ma con la speranza di poterlo un giorno riabbracciare in un Paese libero”.