Nonostante la fitta pioggia il presidio è riuscito. Chi ha partecipato lo ha fatto per dimostrare quel che rimane di un orgoglio territoriale ferito, mortificato e calpestato. Presenti le sigle sindacali Cgil-Cisl e Uil, la federazione nazionale agricoltura che ha organizzato il sit-in, il Gav (gruppo d’azione per la verità sul tribunale di Rossano), rappresentanti di partiti e movimenti, amministratori delle due città di Rossano e di Corigliano. Spiccano le assenze di parlamentari nazionali e di chi percepisce indennità d’oro per aver svolto attività a Montecitorio. Vecchia storia che, tuttavia, si ritorce contro quegli elettori che hanno voluto una certa classe politica. Il 28 dicembre è programmato un nuovo consiglio comunale straordinario per discutere della soppressione del centro medico legale dell’Inps, considerato il fulcro delle attività previdenziali. Sono stati assunti impegni nei giorni scorsi perché questa decisione possa essere rivista, ma ormai si vive in un’epoca, dove la credibilità dello Stato è pari allo zero. E quindi, ogni cittadino, crede a quel che si millanta solo a cose fatte. Non è un caso se, il 13 dicembre scorso, il delegato del governatore regionale ha rischiato il pestaggio. L’esasperazione ha raggiunto livelli di guardia. Né chi ha il dovere di difendere il territorio manifesta intelligenza comportamentale. Sul caso dell’Inps, ad esempio, la materia riveste una competenza nazionale, ragion per cui ci si aspetta che chi è venuto a Rossano a chiedere voti per il referendum, o in passato per altre competizioni elettorali, promuova almeno una interrogazione parlamentare al ministro competente. Invece il nulla. Non solo non partecipano istituzionalmente, ma neanche umanamente fanno sentire la loro vicinanza. Salvo poi partecipare a convegnistica tanto inutile quanto superflua. Il problema vero non è tanto il comportamento di chi nutre interessi per altri territori, ma il perseverare della locale classe politica sempre pronta ad assumere atteggiamenti servili. Neanche l’esperienza della chiusura dell’ex tribunale di Rossano è servita a qualcosa: dal 2012 si è andati avanti con l’idea della mediazione con i poteri che contano. Risultato? Chiudono anche l’Inps di Rossano! In campagna elettorale il sindaco Stefano Mascaro, il consigliere regionale Giuseppe Graziano (l’unico a presentare un’interrogazione a Oliverio – ma la Regione non ha competenze in materia) sottolineavano l’importanza delle “amicizie” in politica e che solo attraverso queste si potessero ottenere risultati per il territorio. Sulla stessa linea l’assessore Nicola Candiano, da sempre convinto che solo attraverso i canali giusti si può essere ascoltati. Il dato di fatto, se ne prenda atto una volta per tutte, è che la mediazione con questo tipo di istituzioni non premia. Non vi è dubbio che quel che stanno facendo liberi movimenti di lotta dovrebbero fare le amministrazioni comunali del posto, mettendosi a capo di una forte azione di mobilitazione pacifica e democratica tra la Capitale e la sede del Consiglio regionale della Calabria. Rossano ha perso nell’ultimo decennio: sede Asl, comunità montana, tribunale, declassamento ospedale, zona Enel, Enel, sede telecom, etc…etc… Si sopravvive grazie a quel che resta dell’imprenditoria privata. Veniamo ora alla cronaca da “comunicato stampa”. Il sindaco Stefano Mascaro preannunzia un incontro a Roma con il Ministro del Welfare Giuliano Poletti, su iniziativa del Governatore Mario Oliverio.
“Pur condividendo – ha detto Mascaro – l’importante iniziativa di mobilitazione promossa dal vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltura (FNA) Mario Smurra ed alla quale hanno aderito diverse sigle e rappresentanti istituzionali del territorio, è soprattutto fuori dai confini cittadini e della regione che – ha aggiunto – devono arrivare le rimostranze e le ragioni tecniche, politiche e storiche a difesa della permanenza di questo servizio fondamentale e di ciò che esso rappresenta per un territorio già ingiustamente privato di servizi fondamentali. Per questo motivo – è andato avanti il Primo Cittadino – considerati i tempi stretti e con il sostegno di tutti i sindaci del territorio che, in testa il collega Giuseppe Geraci, mi hanno contattato e mi stanno contattando per ribadire il senso e la direzione unitaria dell’iniziativa a difesa del CML e dell’INPS, in vista del prossimo consiglio comunale sulla questione ho ritenuto opportuno – ha chiarito – anticipare una serie di incontri che mi auguro positivi. La geografia del territorio da una parte, i numeri delle prestazioni offerte ad oggi dal Centro Medico Legale dall’altra, dimostrano con ogni evidenza che si è di fronte ad un errore che non può essere commesso. Confermiamo, quindi, massima attenzione ed allerta sulla vicenda ma – ha concluso – abbiamo motivi per essere fiduciosi.