Corigliano Rossano – Molestie ad un ex agente della Polizia Penitenziaria e alla sua famiglia, finisce agli arresti domiciliari un ex carabiniere residente nell’area urbana di Rossano.
I FATTI Tutto ha inizio nel 2018 quando, per come denunciato dalle persone offese, l’uomo, vicino di casa, si sarebbe reso autore di minacce, appostamenti, pedinamenti e insulti che, proseguiti anche di recente, avrebbe quotidianamente rivolto loro. Riferiti, inoltre, degli episodi di aggressione, anche fisica, da parte dell’uomo che, in una circostanza, avrebbe rincorso una delle persone offese brandendo in mano un coltello e minacciando di volergli tagliare la testa e solo grazie alla fuga si evitò il peggio; in altre circostanze avrebbe cercato di investirle con l’autovettura e in una occasione avrebbe colpito una di loro con un tubo in ferro provocando delle lesioni alla mano. Tra gli ulteriori episodi riferiti, anche una minaccia di morte con l’uso di un tagliaerba. Non solo. Servendosi di una scala e sfondando i vetri della finestra della camera da letto, avrebbe cercato di entrare nell’abitazione dei vicini con l’intento di aggredire la donna, che reagì chiedendo prontamente aiuto e mettendolo in fuga.
La situazione aveva profondamente destabilizzato la tranquillità delle persone offese, generando uno stato di timore che le aveva indotte a cambiare finanche le abitudini di vita e a non uscire di casa se non accompagnate. Da ultimo, dopo aver installato le cancellate in ferro agli infissi, la decisione di mettere in vendita la propria abitazione pur di non subire ulteriori persecuzioni.
Dopo numerose denunce-querele e dopo avere raccolto altrettanti indizi, il Tribunale di Castrovillari, in accoglimento della richiesta di applicazione di una misura cautelare, richiesta anche dall’avvocato Raffaele Meles, lo scorso anno aveva applicato nei confronti dell’uomo il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese prescrivendogli altresì di mantenere una distanza non minore di centocinquanta metri. Misura non rispettata dall’indagato, che ha continuato a mettere in atto comportamenti persecutori. Da qui la richiesta avanzata dalla Procura, sollecitata dall’avv. Meles con una serie di atti documentali, e accolta dal Tribunale che ha disposto l’applicazione della misura degli arresti domiciliari (Comunicato stampa).