Monsignor Santo Marcianò è cittadino rossanese a tutti gli effetti. A lui riconosciuta la cittadinanza onoraria dal consiglio comunale che ha votato all’unanimità. Presenti Istituzioni, sindaci, autorità civili e militari, il presidente della giunta regionale Mario Oliverio.
Tra gli interventi : Giuseppe Antoniotti (Rossano Prima di tutto), Piero Lucisano (CCI), Patrizia Curia (lista Mascaro sindaco), Tonino Caracciolo (RossanoFutura), Giuseppe Falco (gruppo misto), Giuseppe Caputo (Caputo per Rossano), Titti Scorza (gruppo misto), Ernesto Rapani (Fdi-An), Raffaele Vulcano (gruppo Terra nostra), Antonio Micciullo (Pd), Flavio Stasi (RossanoPulita).
Il sindaco Stefano Mascaro rimarca anch’egli il ruolo di Mons. Marcianò nell’assegnazione del marchio Unesco. Il primo cittadino si emoziona quando parla di una Rossano che vive uno stato di sofferenza. La città si sta svuotando. Mascaro chiede aiuto allo Stato. L’appello alla fusione rivolto al sindaco di Corigliano Geraci: “Insieme non per andare contro qualcuno, ma per essere più forti”.
Poi si passa ai voti di una delibera che in premessa riporta i contenuti di una lettera fatta pervenire dal preside Giovanni Sapia. Delibera che è votata ovviamente all’unanimità.
Il presidente Oliverio mette in luce l’atto di riconoscenza della città a un uomo che, seppure da una funzione delicata, si prodiga nell’interesse delle comunità. La Calabria si riconosce in questo gesto. Sono interventi Mons. Franco Milito, Mons. Luigi Renzo, Mons. Giuseppe Satriano.
Mons. Marcianò ringrazia tutti. Parla di orgoglio di essere calabresi. Importante è la memoria storica di ciò che siamo stati e siamo. Di seguito l’intervento: “Assieme alle persone, sono tanti i motivi per i quali rendere grazie a questa Città e a questa Chiesa. Le opere da voi citate, più che iniziative da me promosse,rappresentano lo svilupparsi delle enormi potenzialità che, da subito, ho intravisto in questo territorio. Una terra e un popolo chiamati, con splendida originalità, a coniugare elementi diversi e preziosi: natura e arte, occidente e oriente, senso di accoglienza e capacità di esportare i propri tesori, anelito ecumenico e religiosità popolare, spiritualità della tradizione monastica e dinamismo evangelico...Alcun e “icone”, simbolo di questa Città, unica nel suo genere,sono state per me messaggio eloquente e lo sono, certamente,anche per voi. Pens o all’incantevole Codex Purpureu s, che insegna come il linguaggio della fede sia c omprensibile a tutti, perché traducibile in cultura, storia, arte, bellezza, vita. Rossano, Città del Codex, ha saputo apprendere questo linguaggio e, a partire da una radice cristiana, ha maturato una straordinaria vocazione al dialogo, fatto di identità forte e apertura intelligente, che la pone in grado di integrare valori e persone, di creare armonia tra culture e differenze. È una lezione stupenda che, come tutto il nostro amato Sud, questa città offre all’Italia e al mondo; una lezione che io stesso ho imparato e che, in modo diverso, ho ritrovato nel mio ministero di pastore dell’Ordinariato Militare, Chiesa aperta alla diversità dei luoghi e dei popoli; una lezione che è garanzia e promessa di futuro e che mi auguro “contagi”, in modo più incisivo, anche il mondo della politica e delle Istituzioni. Penso poi al cammino spirituale di Nilo e Bartolomeo, santieremiti e, allo stesso tempo, uomini di carità, disposti ad aprire le porte e a prendere il largo, a partire per diffondere la Parola di Dio, portando nel cuore, senza mai dimenticarlo, il profumo e il colore di questa terra. Anche oggi, Rossano sa aprire le porte, sa rifiutare i muri, sa esportare e promuovere i propri doni, profumando di fraternità i suoi spazi e vivendocosì la preziosa eredità che i suoi santi le hanno lasciato. E penso, infine, alla Bellezza della Vergine Achiropita, che illumi na e rassicura, aiutandoci a ricordare come tutto, nella storia umana, sia sapientemente scritto dalla Mano di Dio:con la Sua Mano di Madre, Ella ha sostenuto il nostro camminare insieme come comunità e, con il Suo amore, mi ha fatto crescere sempre più nell’amore per questa Chiesa, per questa Città. ecclesiale e comunità civile. Questo credo sia stato il dono più bello, che ha preparato il momento che viviamo oggi. Il rapporto con la Città, la collaborazione con la Città è stata per me esperienza davvero edifican te. Una collaborazione che ha confermato come, per un territorio, si possano compiere opere straordinarie quando l’alleanza tra Chiesa, Istituzioni, cittadini metta al centro il valore della persona umana, della sua vita e della sua dignità. Non dimentichiamolo, l’uomo è sempre e solo da servire. Ed è quello che anche noi abbiamo cercato di fare: servire, servire insieme! E la gente lo ha percepito, sentendosi coinvolta, curata, amata. E’ questo l’impegno di sempre che coinvolge Chiesa e Istituzioni. Cari amici, nonostante i miei limiti e i gli errori commessi, ho, però, amato profondamente ogni persona e ogni momento del tempo che il Signore mi ha concesso di vivere tra voi! Ho amato la città di Rossano! E quando, per Sua Volontà, ho dovuto lasciare questo luogo, ho attinto coraggio e fiducia dalla forza evangelizz atrice di Nilo e Bartolomeo e dalla pronta disponibilità di Maria, certo che Egli avrebbe continuato a scrivere il Suo progetto d’amore nella mia storia e nella storia di Rossano. Oggi questo progetto d’amore continua nel dono della Cittadinanza Onoraria. Non solo un riconoscimento ma un dono! Lo sento ed è così. Un dono che accolgo con grato amo re leggendo, nelle parole ufficiali e nel gesto solenne che tanto mi onora, una verità semplice e profonda, scritta nella mia, anzi nella nostra vita, dalla Mano di Dio: l’essermi sentito sempre, e adesso ancor più, “uno di voi”. Questo sono stato, questo voglio essere! A tutti, grazie, grazie di cuore”.