L’Amministrazione comunale organizza per domani, mercoledì 9 marzo, ore 18.30, in Piazza Giovanni XXIII, un sit-in contro la guerra in Ucraina. La manifestazione, fortemente voluta dal sindaco Nicolò De Bartolo e dai suoi collaboratori, prende le mosse dalla pericolosa recrudescenza bellica delle ultime ore e prevede, contestualmente alla condivisione di riflessioni e pensieri sulla delicata situazione, un breve momento di preghiera con ceri accesi in segno di concordia e amicizia. Non a caso, oltre alla cittadinanza, alla quale è rivolto in primis l’invito a partecipare, saranno coinvolte le forze politiche e sindacali presenti in loco, i movimenti, le associazioni, le parrocchie.
Il sit-in non è la sola iniziativa avviata dall’esecutivo moranese. Per rispondere secondo le direttive nazionali al bisogno di accoglienza dei profughi, sarà presto ufficializzata e pubblicata una specifica manifestazione d’interesse allo scopo di individuare immobili privati da poter inserire nella costituenda rete dell’ospitalità.
«Vogliamo ribadire il nostro rifiuto ad ogni forma di violenza e affermare, con l’art. 11 della Costituzione, che Morano ripudia la guerra quale strumento per risolvere le controversie internazionali. Riteniamo irragionevole l’uso della forza e ogni metodo che configuri oppressione o prevarichi il diritto all’autodeterminazione dei popoli» afferma il sindaco De Bartolo parlando a nome dell’intero suo gruppo. «E tuttavia» precisa il primo cittadino, «il nostro non è un pacifismo ideologico, fine a sé stesso: vogliamo certamente che prevalga la via diplomatica e che si attui ogni sforzo per porre fine alle ostilità. Dopodiché, però, è evidente che non può esservi vera pace se non si è in grado di tutelarne i presupposti: la libertà, l’identità culturale e religiosa, l’ordine». «In quest’ora buia per l’umanità» osserva ancora De Bartolo, «sussiste il rischio di una belligeranza globale che avrebbe per tutti effetti devastanti, con scenari apocalittici, di distruzione e morte, che fanno aleggiare sull’Europa lo spettro di tragedie già sperimentate in passato e che a torto, e forse con troppa superficialità, immaginavamo superate. Un epilogo nucleare non avrebbe né vincitori né vinti! Per questo, nel rispetto delle vigenti normative anticovid, invitiamo tutti ad essere presenti al sit-in, portando con sé un cero da accendere in segno di unione tra i popoli. Ricordando sempre che la pace è un dono e come tale va coltivato, promosso e difeso quotidianamente da ognuno di noi. Ci sarà tempo e modo, a Dio piacendo, per discutere e confrontarsi sulle responsabilità. Ma adesso la priorità è una sola: tacciano le armi».