Moria di pesci lungo la costa calabrese: Effettuati esami su tre campioni

Dopo la forte preoccupazione scaturita dalla moria di diverse specie ittiche dei nostri mari, un gruppo di 60 pescatori da diporto ha portato all’attenzione degli esperti il fenomeno, avvenuto sulle coste delle spiagge calabresi fra agosto, settembre e ottobre.

E’ così che alcuni esemplari di cernie sono stati recuperati e fatti analizzare direttamente dall’Istituto Zooprofilattico di Napoli. Gli esami hanno confermato la presenza del virus (Nodavirus).

Ma andiamo con ordine.

L’allarme è scattato lungo la costa calabrese, nel basso Ionio, per il ritrovamento di diverse specie ittiche come spigole, orate, saraghi, rombi, sogliole, triglie, cefali, pagelli, sardine, merluzzi, ombrine, corvine, ricciole e soprattutto (appunto) le cernie, morte in gran numero. Questo aveva  generato l’”alert” dei tanti pescatori che navigano i nostri mari.

Hanno avuto inizio, così, le analisi su campioni di pesce colpito dal virus (betanodavirus, un agente patogeno responsabile della Encefalopatia e Retinopatia Virale ver).

Si è stabilito che, il virus in questione, rimane latente nell’animale, provocando diversi sintomi tra cui sovra infezioni e, in alcuni casi, cecità e malnutrizione.
Al momento gli esperti assicurano che il virus non sia trasmissibile da animale a uomo. In questi giorni verranno condotti ulteriori esami su nuovi campioni.

Eugenio Forciniti

6 risposte

  1. Questa é l’azione delle mafie sul nostro territorio, ma noi calabresi siamo la peggio specie del genere umano e continuiamo a fare gli interessi della malavita! É vero, noi e i nostri figli ci meritiamo il peggio.

  2. Il Capitano De Grazie ci è andato cosi vicino a pagare con la propria Vita. Vediamo quanti altri morti devono pagare per l’inerzia di chi dovrebbe far luce e l’indifferenza e omertà di questo popolo reggino.

  3. È la natura che in tutte le sue forme si ribella raccogliamo quello che abbiamo seminato inquinamento e veleni. Abbiamo distrutto il pianeta terra ed è un processo di auto distruzione irreversibile.

  4. Da pescatore subacqueo ho visto un declino pazzesco negli ultimi trent’anni tratti di costa che erano un vero paradiso diventare un deserto nn solo in numero di pesce ma soprattutto in quanto a soffocamento di ogni specie alla base della catena alimentare tutto ciò dovuto sicuramente a fonti di inquinamento che non possiamo e nn “dobbiamo” sapere condito alla grande da persone senzA scrupoli che nn esitano a catturare tutto quello che si muove in barba a qualsiasi legge facendo bracconaggio di giorno e di notte come hanno detto i lettori prima di me facciamo pena come popolo

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