Moria di pesci lungo la costa calabrese: Effettuati esami su tre campioni

Dopo la forte preoccupazione scaturita dalla moria di diverse specie ittiche dei nostri mari, un gruppo di 60 pescatori da diporto ha portato all’attenzione degli esperti il fenomeno, avvenuto sulle coste delle spiagge calabresi fra agosto, settembre e ottobre.

E’ così che alcuni esemplari di cernie sono stati recuperati e fatti analizzare direttamente dall’Istituto Zooprofilattico di Napoli. Gli esami hanno confermato la presenza del virus (Nodavirus).

Ma andiamo con ordine.

L’allarme è scattato lungo la costa calabrese, nel basso Ionio, per il ritrovamento di diverse specie ittiche come spigole, orate, saraghi, rombi, sogliole, triglie, cefali, pagelli, sardine, merluzzi, ombrine, corvine, ricciole e soprattutto (appunto) le cernie, morte in gran numero. Questo aveva  generato l’”alert” dei tanti pescatori che navigano i nostri mari.

Hanno avuto inizio, così, le analisi su campioni di pesce colpito dal virus (betanodavirus, un agente patogeno responsabile della Encefalopatia e Retinopatia Virale ver).

Si è stabilito che, il virus in questione, rimane latente nell’animale, provocando diversi sintomi tra cui sovra infezioni e, in alcuni casi, cecità e malnutrizione.
Al momento gli esperti assicurano che il virus non sia trasmissibile da animale a uomo. In questi giorni verranno condotti ulteriori esami su nuovi campioni.

Eugenio Forciniti

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