Nei primi due mesi del 2025 si contano già 138 morti sul lavoro in Italia, con un preoccupante aumento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2024. La Calabria rientra tra le sette regioni in “zona rossa”, ovvero ad alto rischio di mortalità secondo l’Indice di incidenza elaborato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre.
La nostra regione ha registrato tre decessi in occasione di lavoro nel solo mese di febbraio, un dato che, se rapportato alla popolazione occupata, evidenzia un livello di rischio superiore del 25% rispetto alla media nazionale. A livello nazionale, i settori più colpiti restano quelli dei trasporti, delle attività manifatturiere e delle costruzioni.
Particolarmente vulnerabili risultano i lavoratori over 55 e gli stranieri, che continuano a registrare un’incidenza di mortalità doppia rispetto ai cittadini italiani. Le donne vittime sono state 7 in occasione di lavoro, e 8 in itinere.
Nonostante il lieve calo delle denunce complessive di infortunio (-3,4%), la situazione in Calabria resta critica, confermando la necessità di intensificare le misure di prevenzione e di rafforzare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo il presidente dell’Osservatorio Vega, Mauro Rossato, “la crescita degli incidenti mortali rappresenta un dramma inesorabile che richiede attenzione immediata, soprattutto nei territori già fragili come il Sud Italia”.
La Calabria, insieme a Basilicata, Umbria, Abruzzo, Puglia, Trentino-Alto Adige e Liguria, deve affrontare un’urgenza silenziosa ma drammatica: proteggere il diritto alla sicurezza sul posto di lavoro.
redazione I&C
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