Una cosa è certa, l’Italia rischia di cadere dalla padella alla brace, nell’incertezza politica e preda dell’improvvisazione, anche perché il M5S, nel caso si confermi il primo partito alle prossime elezioni politiche, ossessivamente ripete di non fare alleanze con nessuno. I fatti però dicono il contrario, si pensa e non sono il solo che in gran segreto, sotto, sotto, già trattando con la Lega di Salvini e di Bossi, o con gli ex comunisti come: D’Alema, Bersani, Fratoianni, la Boldrini, ecc. ecc. Il M5S, nell’ipotesi di primo partito, sarà chiamato al Quirinale per una responsabilità che certamente non sarà in grado di assolvere , perché la stragrande maggioranza dei futuri parlamentari pentastellati non ha esperienza politica, né militanza politica, si troveranno catapultati in Parlamento perché destinatari di una manciata di consensi on line “pilotati” come è successo a Corigliano alle scorse parlamentarie.Questi fatti, non sono certamente incoraggianti se si pensa ai tanti seduti in Parlamento ostaggi di professionisti della politica. Certamente, non è facile governare le sorti di un Paese già difficile di per se stesso, maggiormente se questi sono degli sprovveduti, spero solo che non ci facciano rimpiangere i cosiddetti veterani della politica che nel bene e nel male, hanno evitato allo stivale di affogare nella deriva berlusconiana. Per quanto riguarda, il loro codice deontologico riguardo le candidature, dovrebbero spiegare come mai il bravo Luigi Di Maio, tradendo i principi fondamentali del movimento, ha aperto, contro la volontà del fondatore dello stesso le porte alla cosiddetta società civile decretando di fatto l’allontanamento di Beppe Grillo dal movimento e dalla Casaleggio associati e il rifiuto di Alessandro Di Battista a candidarsi. Tali mal di pancia per il momento assopiti, sono sicuro che riaffioreranno subito dopo il 4 marzo. Perché Di Maio o chi per lui, ha deciso di applicare delle deroghe al codice deontologico del movimento, candidando il dott. Lannutti, presidente dell’Adusbef che a quanto pare si è girato in lungo ed in largo più partiti: Italia dei valori di Di Pietro, militato nella sinistra come indipendente, nel PCI, ecc, dicano quali sono stati e sono i criteri, i meriti politici del comandante De Falco, famoso solo per aver detto una parolaccia ad un comandante fellone (Schettino) a capo della nave crociera la Concordia, dicano i meriti politici del due volte medaglia d’oro alle olimpiadi del signor Domenico Fioravanti, o del giornalista Pier Luigi Paragone ex direttore di Radio Padania, e dell’ex PD. Cetti candidato a Bologna e quelli dei tantissimi altri candidati senza una minima esperienza politica ed amministrativa. L’affermazione alle parlamentarie di giovani coriglianesi è consequenziale alla presa di posizione manifestata durante la passata campagna elettorale sulla fusione Corigliano- Rossano, sono stati premiati on line quelli schieratosi per il si alla fusione, ricevendo di fatto in cambio il sostegno decisivo di noti professionisti della vicina Rossano, tanto è vero che qualcuno di questi, ha voluto esprimere la sua gioia, congratulandosi apertamente sul profilo Facebook del vincitore locale augurandosi che questa candidatura andata in porto, diventi realtà nel panorama politico futuro, a differenza dell’altra, non concretizzatasi e che vedeva come candidato per il collegio uninominale a Rossano il dott. Raniero Filippelli, Presidente della Coldiretti del centro bizantino. Certamente, se tutto ciò dovesse trovare conferma in futuro, significherebbe, la non indipendenza politica del futuro eletto o dei futuri eletti in parlamento tra le fila del M5S. Tale scenario, sarebbe la ennesima iattura per il territorio poiché avremmo politici giovani, impreparati, facile prede nelle mani di burattinai senza scrupoli che ne tirerebbero le fila, per questo il voto del 4 marzo è vitale non soltanto per l’Italia ma anche per il futuro del territorio. Si al nuovo, si al nuovo affidabile, sicuro, preparato ad affrontare le tentazioni e le prossime sfide, chi vivrà vedrà.