Cari Concittadini, ci ritroviamo a dover scrivere l’ennesimo comunicato , l’ennesima azione finalizzata a rendere noto questo brutto capitolo che riguarda la frazione di Apollinara e che sembra non avere fine. il 27 aprile 2021 come Movimento del Territorio abbiamo inoltrato al Sindaco Stasi ,tramite PEC la prima richiesta d’intervento degli addetti del settore affinchè venisse riparato il tetto della scuola dell’infanzia. All’epoca la scuola non era ancora finita e gli alunni di apollinara furono trasferiti nella vicina frazione di cantinella suscitando la preoccupazione dei genitori che nel mezzo di una pandemia mondiale sono stati costretti a mandare i propri figli (di pochi anni) a scuola a bordo del pulmino comunale. Successivamente ,il 18 maggio 2021 ci siamo recati personalmente nella frazione di Apollinara per ribadire, difronte alle telecamere di teleA1, la necessità di un intervento immediato, con successiva nuova richiesta tramite PEC. Richieste che , visto lo stato attuale della scuola in questione sono state completamente ignorate o quasi , poiché ci troviamo a circa 20 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico e la situazione della scuola dell’infanzia non è stata ancora completamente risolta. Nella giornata di ieri, ci siamo recati nuovamente nella frazione di Apollinara e questa volta lo “spettacolo” che si è mostrato ai nostri occhi è qualcosa di veramente vergognoso per quella che risulta essere (esclusivamente sulla carta) la terza città della Calabria, una situazione di degrado che non si era mai registrata nella frazione in questione (le foto possono testimoniare) . Vorremmo tanto fare un appello (l’ennesimo) al Sindaco Stasi , ma considerate le vecchie richieste e l’innegabile abbandono da parte dell’amministrazione nei confronti della frazione di Apollinara ci limitiamo semplicemente ad augurare in primis ai residenti di Apollinara ma più in generale a tutti i cittadini di Corigliano Rossano che questa amministrazione possa presto mettersi una mano sulla coscienza , fare mea culpa e fare un passo indietro, ammettendo la propria incapacità governativa.