Cataldo Capalbo: Ciò che differenziava il Movimento 5 Stelle dagli altri movimenti/partiti politici erano, essenzialmente, tre principi: 1. Il limite dei due mandati; 2. Nessuna alleanza; 3. Restituzione di parte degli stipendi. In merito al primo principio, è accettabile un mandato “zero” per i consiglieri comunali, perché si ha modo di fare esperienza e, soprattutto, di farsi conoscere e si eviterà, pertanto, di mandare in Parlamento o al consiglio regionale dei perfetti sconosciuti inesperti e incompetenti. In merito al secondo principio, nessun rapporto con liste civiche. Era, invece, opportuno formare una classe dirigente preparata e credibile, non accozzaglie di attivisti (…arrivisti???) che si aggregano tre mesi prima delle elezioni. Far affidamento sul paracadute offerto dalle liste civiche significa votarsi alla mediocrità e all’ignoranza. Chi è capace preferirà essere in squadra con la lista civica piuttosto che con il M5S e i suoi “veterani”. “A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina” (cit. Pio XI) e ho, pertanto, il presentimento che dopo i “due mandati” canonici, si tenterà di partecipare alle successive competizioni elettorali non con il M5S, ma con le liste civiche. Chi vivrà, vedrà! Venendo a mancare due principi (i fondamentali) su tre, la differenza con gli altri partiti è pressoché nulla. Infine, “i facilitatori” regionali e nazionali: i primi scelti fra i portavoce (o fra le persone di comprovata partecipazione e attivismo nel MoVimento 5 Stelle), i secondi anche fra iscritti al Movimento e a capo di un team che dovrà essere composto in parte da portavoce che possano sostenerlo, e in parte da esperti. È evidente che solo chi è nelle “grazie” dei portavoce potrà ricoprire tale ruolo e se penso a quelli della Sibaritide, siamo in una botte di ferro. Purtroppo, e mi secca ammetterlo, la migliore organizzazione era quella dei partiti della Prima Repubblica, in cui si poteva crescere (politicamente) anche partendo dal circolo del paesino di montagna. Ora bisognerà essere dei “yesman” nelle grazie dei “faraoni” per poter ricoprire il ruolo di facilitatore o altro. Quindi, caro Luigi (Di Maio, ndr), questa volta hai fatto uno scivolone, anzi una papera! (Comunicato stampa).