Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della repubblica Nicola Gratteri, hanno condotto all’iscrizione a vario titolo dei sette soggetti (dipendenti, funzionari e dirigenti dell’ospedale cittadino) sul registro degli indagati in relazione ai delitti di abuso d’ufficio, falso ed estorsione aggravata.
Gli accertamenti del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, svolti nel più ampio contesto di una serie di approfondimenti sulle condotte assenteistiche dei pubblici dipendenti, hanno consentito di rilevare che Scumace, già in organico all’Azienda, nel 2005 era stato assegnato al Centro operativo Emergenza Incendi (C.O.E.I.) dell’ospedale catanzarese. Tuttavia, per quanto ricostruito attraverso l’esame dei tabulati di presenza, dei turni di servizio e delle testimonianze di alcuni suoi colleghi e superiori pur percependo regolarmente la retribuzione (per più di 538.000 euro complessivi), per oltre 15 anni non si è mai recato in servizio.
Per raggiungere il suo illecito obiettivo, peraltro aveva fatto ricorso anche a condotte estorsive, perpetrate per mezzo di altri soggetti nei confronti dei propri superiori. Ciò avveniva in particolare nel 2005, allorquando, secondo quanto ricostruito dalle indagini, «una persona molto distinta» si introduceva senza preavviso nell’ufficio della responsabile del C.O.E.I. (oggi in congedo ed estranea alle indagini) e, operando velate ma inequivocabili minacce all’incolumità sua e dei suoi familiari, la costringeva a soprassedere dalle segnalazioni disciplinari nei confronti del dipendente assenteista.
Successivamente, al pensionamento della responsabile intimidita, le condotte assenteistiche di Scumace proseguivano indisturbate in quanto sia il Critelli – subentrato responsabile del C.O.E.I. – che i due dirigenti pro tempore dell’ufficio risorse umane (Prejanò e De Vito), tutti indagati per abuso d’ufficio, omettevano di adempiere ai controlli sull’effettiva presenza in servizio consentendogli di fatto di proseguire nel suo reiterato assenteismo.
Nel luglio del 2020, allorquando sono iniziati gli approfondimenti investigativi della guardia di finanza, anche attraverso l’analisi dei tabulati telefonici degli ultimi due anni dell’indagato, l’azienda ha avviato un primo procedimento disciplinare nei confronti di Scumace, affidato a un’apposita commissione composta dagli ulteriori indagati Canino (presidente), Molè e Fondacaro (membri). Tale organo, tuttavia, a fronte della palese condotta assenteistica dell’uomo, concludeva per l’insussistenza della possibilità di avanzare un addebito disciplinare nei suoi confronti. Per tale ragione, i due sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
fonte Lacnews24