Proroga delle concessioni: nuove scadenze
Una delle principali novità del decreto riguarda la proroga delle concessioni balneari esistenti. Secondo il testo approvato, le concessioni attuali verranno prorogate fino a settembre 2027. Tuttavia, in presenza di “ragioni oggettive” che possano ostacolare il completamento delle procedure di gara, è prevista un’ulteriore proroga fino al 31 marzo 2028. Questa misura è stata pensata per evitare interruzioni improvvise del servizio e per dare alle amministrazioni locali il tempo necessario per gestire le nuove gare in modo ordinato e trasparente.
A differenza del passato, quando le concessioni balneari potevano durare fino a 20 anni, la nuova normativa riduce la durata delle concessioni a soli 5 anni. L’obiettivo è quello di garantire che i concessionari possano ammortizzare gli investimenti fatti, ma senza concedere monopoli a lungo termine. Questo cambio di rotta nasce anche dall’esigenza di creare maggiore competitività e garantire un ricambio periodico, con la possibilità per nuovi operatori di entrare nel mercato.
Indennizzi per i concessionari uscenti
Un altro aspetto rilevante del decreto riguarda la questione degli indennizzi per i concessionari uscenti. Secondo quanto riportato nel testo, il concessionario che perderà la gestione della concessione avrà diritto a un indennizzo a carico del concessionario subentrante. Questo indennizzo è calcolato come un “canone di avviamento” e dovrà garantire al concessionario uscente una remunerazione equa sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. È importante sottolineare che tale meccanismo di compensazione non graverà sulle casse dello Stato, ma sarà interamente a carico del nuovo concessionario.
Tutela dei lavoratori
Il decreto introduce anche misure volte a tutelare i lavoratori impiegati nelle concessioni balneari precedenti. In particolare, il testo prevede l’obbligo, per il nuovo concessionario, di assumere i lavoratori che dipendevano principalmente dalla precedente concessione per il proprio reddito e per quello del proprio nucleo familiare. Questo aspetto rappresenta una forma di tutela sociale, volta a proteggere quei lavoratori che, da anni, trovano sostentamento nell’attività balneare, preservando così il tessuto economico e sociale locale.
Criteri di assegnazione delle nuove concessioni
Una delle novità più interessanti del decreto riguarda i criteri di aggiudicazione delle nuove concessioni balneari a partire dal 2027. Oltre ai tradizionali parametri economici, il decreto introduce una serie di criteri innovativi che mirano a valorizzare le specificità territoriali e culturali. Tra questi spicca l’enogastronomia locale e le tradizioni folkloristiche, che entrano a pieno titolo nel processo di valutazione delle offerte. In pratica, i candidati alle nuove concessioni dovranno dimostrare di essere in grado di offrire servizi integrati che promuovano e valorizzino il patrimonio culturale, folkloristico e gastronomico del territorio in cui operano.
Un altro aspetto fondamentale è l’incremento e la diversificazione dell’offerta turistico-ricreativa, soprattutto al di fuori dei periodi di alta stagione. Ciò significa che verranno premiate quelle proposte che sapranno estendere l’attività turistica oltre l’estate, contribuendo così a destagionalizzare il turismo e a sostenere l’economia locale durante tutto l’anno.
Accessibilità per persone con disabilità
Il tema dell’accessibilità è un altro punto centrale del decreto. Verrà infatti valutata la qualità dei servizi offerti, con particolare attenzione agli interventi finalizzati a migliorare l’accessibilità delle aree demaniali anche per le persone con disabilità. Questo criterio risponde all’esigenza di rendere le spiagge e le strutture balneari più inclusive, garantendo a tutti, senza esclusioni, la possibilità di usufruire delle bellezze naturali e dei servizi turistici.
Altri criteri di valutazione
Oltre ai criteri già citati, il decreto stabilisce che tra i fattori che influenzeranno l’assegnazione delle concessioni balneari ci sarà l’importo offerto rispetto a quello minimo previsto, ma anche altri parametri come l’impegno a occupare giovani sotto i 36 anni e l’esperienza tecnica e professionale maturata nel settore turistico-ricreativo.
Sarà inoltre valutato se l’offerente ha già utilizzato una concessione come fonte principale di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare nei cinque anni precedenti. Questo criterio serve a garantire la partecipazione di operatori che abbiano dimostrato competenza e affidabilità nella gestione delle attività balneari, incentivando la continuità e l’esperienza nel settore.
Per evitare situazioni di monopolio, verrà inoltre considerato il numero di concessioni già possedute, direttamente o indirettamente, da ciascun offerente all’interno dello stesso ambito territoriale. Questo accorgimento mira a garantire una maggiore concorrenza e a evitare la concentrazione di concessioni nelle mani di pochi operatori, favorendo invece una più equa distribuzione delle opportunità economiche.
Prospettive future
Il decreto sulle concessioni balneari rappresenta un passaggio cruciale nella riforma del settore. L’obiettivo è duplice: da un lato, allinearsi alle direttive europee che impongono trasparenza e concorrenza nelle gare per le concessioni demaniali; dall’altro, promuovere un modello di gestione che valorizzi il territorio, tuteli i lavoratori e garantisca servizi di qualità per i turisti.
Con la riduzione della durata delle concessioni a cinque anni, l’introduzione di criteri culturali e sociali per l’assegnazione, e l’attenzione all’accessibilità, il decreto traccia una strada verso un turismo più sostenibile e inclusivo. Tuttavia, restano aperte alcune sfide, come la gestione delle proroghe e l’effettiva realizzazione delle gare entro le scadenze previste.
La comunità balneare, così come gli amministratori locali, dovrà affrontare un periodo di transizione, ma le nuove regole potrebbero rappresentare un’opportunità per modernizzare il settore e renderlo più dinamico e in linea con le esigenze del turismo contemporaneo.