In parole poverissime: se una strada in Calabria, con una estensione di 415 chilometri, provoca dal ’96 ad oggi oltre 10.500 sinistri, oltre 25.000 feriti molti dei quali con danni permanenti ed almeno 700 vittime può accadere che sul tema nasca una forte coscienza collettiva oppure che ciò non avvenga.
Nasce se la società in Calabria riesce a maturare un forte sentimento di solidarietà nei confronti di quei membri che sono colpiti dalla famigerata e tristemente nota “strada della morte”. Non nasce se, invece, ciò non accade. Oppure se il sentimento di solidarietà si manifesta in modo sporadico ed effimero: magari alla presenza di un fatto tragico.
La conoscenza, invece, non è come un litro di latte che, quando non c’è, si può ricorrere al supermercato per acquisirlo. Perché la conoscenza è innanzitutto una continua ricerca che richiede lavoro, impegno e sacrificio. Quando si dice che si è competenti su un tema, ad esempio, si afferma che si conosce molto (non tutto), di ciò di cui si parla.
La competenza, dicevo, è un impegno a cui ognuno di noi non può rinunciare: perché solo attraverso una continua e costante ricerca ogni persona affina ed esplica le sue molteplici doti di animo, rende più umana la propria vita, concorre con il proprio contributo a migliorare la società civile, mediante il progresso del costume e delle istituzioni ed, infine, matura ogni grande esperienza e aspirazione utile alla crescita di tutto il genere umano.
Nel Consiglio Comunale di Corigliano Rossano del 29 luglio scorso sono tre i fatti evidenti:
Il Primo: c’è l’approvazione di un ordine del giorno che semplicemente propone al Consiglio di impegnare il Sindaco della terza città della Calabria di chiedere con un atto formale al Ministro delle Infrastrutture quando partiranno i lavori di un’opera bloccata per una volontà politica precisa nonostante questa sia già totalmente finanziata da anni, approvata ed oggi anche con un progetto esecutivo. Pertanto, bastava leggere per capire che le scelte sono semplici e scontate: si può votare a favore solo se si ha il desiderio di capire tempi e modi previsti per l’avvio dell’Opera oppure si può votare contro solo se ciò non interessa.
Il Secondo: ben 24 Consiglieri votano a favore mentre solo uno vota contro. È un fatto importante che ben 24 Consiglieri, che ringrazio davvero di cuore, hanno approvato con il loro voto favorevole la mozione. Però è un fatto che non può e non deve passare inosservato che uno solo vota contro poiché disinteressato a capire tempi e modalità di avvio dell’Opera.
Il Terzo: il consigliere contrario rivendica le sue motivazioni sostenendo che sull’Opera c’è una “certa diffidenza legittima in una parte della cittadinanza”, afferma che sull’Opera sarebbe necessario dar vita ad un tavolo tecnico “per concordare con il territorio intero i termini e le prescrizioni della grande opera” e conclude che l’Opera può “rappresentare una enorme cicatrice al paesaggio e al patrimonio ambientale della nostra Sibaritide”.
Non solo, ma è implicita nella sua motivazione, la convinzione che i suoi colleghi, che hanno votato tutti a favore, concorrono, a “distruggere il nostro territorio con un semplice errore” poiché le questioni che riguardano l’Opera non possono essere liquidate “con un semplice consigliere ormai è tutto fatto” e sostenendo che “la concertazione con il territorio che in queste modalità subisce la “grande opera” è una prassi obbligatoria nel 2019” e conclude affermando che “l’approssimazione amministrativa avuta con la fusione si ripresenta all’interno di questa problematica”.
Bene! Parto da quest’ultima affermazione con una riflessione: che la fusione sia nata all’insegna dell’approssimazione è ormai un fatto conclamato se esiste un consigliere che vota contro ad una banalissima mozione che nulla, ma proprio nulla, ha a che vedere con un’Opera già finanziata e di cui si ha un progetto approvato a seguito di una concertazione durata per 20 anni e su cui hanno avuto modo di esprimersi 3 Ministeri, 8 Comuni, una Provincia, una Regione e l’intero Consiglio dei Ministri di questa Repubblica.
Sostenendo – sia chiaro – che l’Opera non arreca nessuna “cicatrice al paesaggio e al patrimonio ambientale” con due pareri: quello del Ministero all’Ambiente e, nello specifico, della Commissione VIA-VAS e quello del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Pareri che qualcheduno avrebbe potuto leggere e conoscere prima di intervenire in modo inopportuno in una questione ormai battuta dalla storia con due Delibere CIPE ormai già pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana…
Nelle mie qualità di Presidente di una Associazione che pubblicamente ha affermato la necessità della fusione tra Corigliano Calabro e Rossano intendo chiedere scusa. Le mie scuse sincere sono dovute a chi pensava che il progetto della città unica potesse essere utile per l’interesse generale a prescindere dalla classe dirigente eletta.
Invece, è il contrario: i processi più nobili sono destinati a fallire se a guidarli – anche tra le fila della minoranza consiliare – c’è gente politicamente impreparata ed incapace, priva di coscienza e, quindi, non idonea a far nascere quella coscienza collettiva di cui questo territorio ha fortemente bisogno. Anche per questo sono vicino agli altri componenti della minoranza consiliare e, ancor di più, alla maggioranza se nella minoranza c’è questo esempio di rappresentanza…
Per questo ritengo che dal Consiglio Comunale del 29 luglio di Corigliano Rossano deve nascere una consapevolezza forte soprattutto da chi ha contributo a far nascere questa realtà, compreso il sottoscritto. Una responsabilità più grande ormai imprescindibile: occorre lottare e combattere con tutte le forze contro la mediocrità.
Se il consigliere contrario si dimette, io ovviamente lo invito pubblicamente a farlo, sarà un buon inizio, altrimenti il destino sarà segnato e lunga ed irta sarà la strada verso quella “città normale” che la maggioranza dei cittadini ha scelto di premiare con il voto ma che solo un irresponsabile, politicamente impreparato ed incapace, privo di coscienza e, quindi, non idoneo a far nascere una coscienza collettiva, può rovinare per sempre.
Perché quando tutti controllano il pozzo per custodirne l’acqua, basta solo uno, uno solo, per avvelenare il pozzo ed uccidere tutti. Così come è vero che da una grande unione può derivare una grande forza ma anche una grandissima debolezza.
Detto ciò auguro a tutti buona fortuna e spero davvero di cuore che lo stesso rispetto che destino alla scelta del consigliere contrario – che ovviamente non condivido – possa essere destinata alla mia riflessione in riferimento al progetto, ormai inutile, di Corigliano Rossano.
Fabio Pugliese
Presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”
(comunicato stampa)