Pienamente accolte le richieste formulate nell’ottobre scorso dal pm, Eugenio Facciolla, nei confronti dei due imputati per l’omicidio di Carmine Avato, il 52enne muratore di San Cosmo Albanese freddato a colpi di pistola nella notte tra il 14 e il 15 novembre dello scorso anno nel piccolo centro del cosentino. Infatti il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Guglielmo Labonia, ha condannato Salvatore Buffone, il 31enne cognato dell’ucciso a 30 anni di reclusione, mentre Cristian Dulan, il 30enne di nazionalità rumena esecutore materiale del delitto e reo confesso a 18 anni di carcere.
Le indagini che vennero condotte all’epoca dei fatti dai carabinieri della Compagnia di Corigliano diretti dal capitano, Francesco Barone, ebbero la svolta la mattina di domenica 27 dicembre, allorquando in un’abitazione di località San Nico di Corigliano, i militari dell’arma trovarono Dulan, ma soprattutto l’arma del delitto. E fu proprio in quella circostanza che il rumeno racconto al sostituto Anastasia tutte le fasi che precedettero l’omicidio, ma soprattutto il presunto movente che portò Salvatore Buffone ad ordinare l’uccisione del cognato. Ricordiamo che Carmine Avato venne ucciso a colpi di pistola proprio nei pressi della propria abitazione di San Cosmo Albanese. Va detto che sin da subito gli inquirenti privilegiarono la pista di dissidi familiari, tenuto conto che nel passato del muratore non venne ritrovato alcun elemento che potesse far pensare, anche lentamente, ad un omicidio maturato nell’ambito della criminalità organizzata. Ed infatti con il passare dei giorni i carabinieri riuscirono a ricostruire il puzzle per poi giungere all’atto finale negli ultimi giorni del 2015.
(fonte: La Provincia di Cosenza)