Si è concluso con l’accoglimento delle testi sostenute dal Pubblico Ministero dr. Giovanni Tedeschi e dei difensori delle parti civili (avv.ti Ettore Zagarese, Francesco Nicoletti, Nicoletta Bauleo, Maria Teresa Zagarese, Emanuele Sapia, Giusy Acri) il processo, celebrato con la formula del rito abbreviato, per l’omicidio di Antonio Barbieri, il giovane di Rossano deceduto dopo essere stato raggiunto alla testa da un colpo di pistola.
Secondo la decisione del GIP di Castrovillari dott.ssa Ciarcia, che al termine di una lunga camera di consiglio ha emesso il verdetto di primo grado, l’esecutore materiale sarebbe stato Cristian Filadoro (difeso dagli avv.ti Giuseppe Bruno e Francesco Oranges) che è stato condannato a 30 anni di reclusione, mentre concorrente – secondo la forma del concorso anomalo – nella commissione del grave gesto di sangue sarebbe stato Vincenzo Fornataro (difeso dall’ avv. Massimo Ruffo) che è stato condannato alla pena di 16 anni di carcere, per aver, quella sera, accompagnato con la propria macchina Filadoro da Corigliano a Rossano.
Per entrambi non è stata ritenuta la ricorrenza dell’aggravante della premeditazione, mentre è stata negata la concessione delle circostanze attenuanti generiche.
Oltre alla pesante condanna detentiva i due sono stati inoltre dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e condannati al pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere nonché al risarcimento del danno patito dalle parti civili, da liquidarsi in separata sede, con assegnazione di provvisionale provvisoriamente esecutiva per ciascuna di esse per Euro 10.000,00.
Il giovane Antonio Barbieri, rinvenuto gravemente ferito il 12 gennaio 2019 all’interno di una Mercedes in via Bruno Buozzi allo scalo di Rossano, morì quattro giorni dopo presso l’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza.
Il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Corigliano Rossano, che condusse le indagini coordinate dal Pm Tedeschi, con acume investigativo, risalendo al fatto che l’attuale fidanzata di Filadoro in passato era stata legata sentimentalmente alla vittima, individuò immediatamente il motivo passionale e diede corso a serrate attività investigative risolvendo il caso nel giro di pochi giorni e arrivando infine alla incriminazione dei due giovani ora condannati in primo grado.
(comunicato stampa)