Omicidio, il fatto non sussiste: assoluzione confermata in Appello

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La Corte d’Appello di Catanzaro, in totale accoglimento delle richieste avanzate dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha assolto Giovan Battista Tarantino e il figlio Mario dall’accusa di tentata violenza privata aggravata ai danni di alcuni cittadini di nazionalità straniera. In primo grado a Giovan Battista Tarantino si contestava anche il reato di omicidio per aver cagionato la morte di un cittadino bulgaro, deceduto dopo aver ricevuto dei pugni a cui seguiva una emorragia cerebrale. L’uomo veniva assolto da tale gravissima imputazione dal Tribunale di Castrovillari con la formula “perché il fatto non sussiste”.

IL PROCESSO DI PRIMO GRADO All’esito del giudizio di primo grado, il Tribunale di Castrovillari, disponendo l’assoluzione per omicidio, condannava a pene detentive entrambi gli imputati per tentata violenza aggravata. Secondo la tesi accusatoria, ritenuta valida in primo grado, padre e figlio, in concorso tra di loro e con almeno altri due altri soggetti rimasti ignoti, avrebbero cercato di aggredire, per futili motivi, nove cittadini di nazionalità bulgara con atti di violenza fisica e minacce. Avrebbero inoltre afferrato uno di loro per il collo colpendolo a pugni, intimando a tutti di andare via sotto minaccia di morte. Il tutto al fine di costringere le vittime e i loro familiari ad abbandonare le abitazioni occupate in contrada Fossa, a Rossano. Obiettivo non raggiunto per la reazione dei nove i quali riuscivano ad attirare l’attenzione di altri anche a causa del malore che in quella circostanza colpì un cittadino bulgaro, successivamente deceduto. Il Tribunale di Castrovillari, all’esito delle discussioni finali, ritenne Giovan Battista Tarantino e il figlio Mario colpevoli di tentata violenza privata aggravata, infliggendo al primo una condanna a sei mesi di reclusione e al secondo una pena di quattro mesi. Decisione, quella di primo grado, assunta sulla scorta di quanto ricostruito dalla pubblica accusa, nonché delle dichiarazioni rese dalle parti offese ritenute attendibili sia sul piano intrinseco, in quanto concordi e coerenti, sia sul fronte dei possibili riscontri logici.

IL PROCESSO DI SECONDO GRADO Avverso la sentenza di primo grado, la difesa ha proposto ricorso in appello, dando vita al giudizio di secondo grado dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro. All’esito della camera di consiglio i Giudici catanzaresi, in totale accoglimento delle richieste avanzate dall’avv. Francesco Nicoletti, hanno assolto entrambi gli imputati con la formula più ampia: “perché il fatto non sussiste”.

(comunicato stampa)

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