«Le misure attualmente sospese – spiega la senatrice ABATE – riguardano il 2017 e sono due: pagamenti per l’introduzione di metodi e pratiche biologiche e, la seconda, pagamenti per mantenimento di metodi e pratiche biologiche.
Riguardano, quindi, sia chi già fa biologico sia chi si approccia a questo tipo di colture, fondamentali per la Calabria. 2934 aziende hanno fatto domanda di introduzione al sistema biologico mentre quelle ammissibili per il mantenimento sono 2983 aziende. Numeri importanti che ci parlano di un blocco di quasi 6000 imprese che già sostengono, tra i vari costi, anche quelli dell’organismo di controllo e avrebbero diritto ad una quota di rimborso per la minore produzione che esse hanno operando in bio. Non abbiamo interesse a fare polemiche sterili, anzi. Ci interessa capire perché sta succedendo questo e perché dal 2017 c’è questo blocco».
«Anche perché a novembre – racconta ancora la Senatrice Rosa Silvana Abate – s’era tenuta al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo una riunione della filiera agrumicola organizzata dal sottosegretario M5S Alessandra Pesce.
Per la prima volta abbiamo fatto sì che vi che partecipassero anche le piccole colture biologiche di nicchia della Calabria come il Cedro, rappresentato dal suo Presidente Angelo Adduci, le Clementine IGP di Calabria, i Limoni di Rocca Imperiale, i Pompelmi, oltre alle organizzazioni produttori (OP) regionali.
Dall’incontro emerse che il Ministero sta lavorando a un Decreto Attuativo per l’utilizzo del Fondo Agrumi da 10 milioni di euro per gli anni 2018-2020. Le azioni nel decreto dovranno dare risposte concrete agli operatori del settore.
Questa attività è propedeutica alla messa a punto di un piano agrumicolo al quale lavoriamo in commissione agricoltura e in collaborazione col Mipaaft per un comparto produttivo d’eccellenza del Mezzogiorno al quale gli agrumi Calabresi non possono e non devono mancare.
Non solo, proprio in queste ore il Governo gialloverde ha approvato la versione definitiva del decreto “Salva olio, latte e agrumi” recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale».
«Ma se a Roma si lavora in questa direzione – conclude la portavoce M5S – in Calabria la giunta guidata da Mario Oliverio pensa bene di boicottare le aziende del settore bio non pubblicando i bandi europei ritardandone, nei fatti, l’accesso di queste ai fondi. Niente attacchi sterili: ho sentito gli uffici della Regione e tutti gli Enti interessati e coinvolti nella vicenda per capire cosa succede e per far sì che la situazione si sblocchi al più presto e permettere l’accesso ai bandi alle quasi seimila imprese attualmente costrette allo stop».
Francesco Filippelli