Premesso che:
• il Piano di Rientro per la sanità calabrese, adottato con delibere di G.R. n. 585/2019, n. 845/2009 e n. 908/2009, ha fortemente penalizzato l’intera Sibaritide;
• il suddetto Piano di Rientro ha giustificato il taglio immediato dei servizi e delle strutture, con la prospettiva dell’apertura dell’Ospedale della Sibaritide, ancora oggi assai lontana dalla concreta realizzazione, portando tuttavia alla chiusura alla chiusura di diversi ospedali, tra i quali – nell’area ionica cosentina – quelli di Cariati e Trebisacce;
• in particolare, l’Ospedale di Cariati era stato aperto nel marzo del 1978 con una dotazione di 120 posti letto nei reparti di Pediatria, Ostetricia, Ginecologia, Medicina Generale, Chirurgia e Cardiologia, con annessi laboratori analisi e diagnostica per immagini, a servizio di un territorio di oltre 80.000 abitanti, eppure è stato spogliato nel corso del tempo, al punto che nel 2003 si dispose la chiusura del Reparto di Pediatria e, nel 2009, di quelli di Ginecologia e di Ostetricia, del punto nascita, di Chirurgia e delle sale operatorie, di Medicina e Cardiologia;
• la cessazione definitiva delle sue attività ospedaliere è avvenuta con decreto n. 18 del 22-10-2010, che ha riconvertito la struttura in Centro di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT);
• la situazione determinata da tali scelte, resa plasticamente evidente dal mancato rispetto dei Lea, ha di fatto determinato un considerevole depauperamento della qualità e della gamma dei servizi sanitari, con un intollerabile intasamento degli Ospedali di Rossano e Corigliano (oggi città unica) e di Crotone, impossibilitati a far fronte alle tante e continue richieste di assistenza, cura e primo soccorso, e conseguente aggravio di costi sociali ed economici a danno delle comunità del territorio, costrette ad emigrare verso strutture sanitarie lontane e difficilmente raggiungibili con il trasporto pubblico, soprattutto, nei casi di emergenza;
• il predetto stato di cose, inoltre, è risultato essere aggravato dal depotenziamento dei servizi distrettuali ed ambulatoriali, nel tempo, fortemente limitati per carenza di personale, risorse strumentali ed attrezzature;
• al contempo, di alcune strutture che avrebbero dovuto essere innovative, quali la Casa della Salute prevista a Cariati, finanziata con una somma di Euro 9.172.683,54, si è persa ogni traccia;
• il Consiglio di Stato, con sentenza n. 8110/2015, depositata in data 31/05/2018, ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Trebisacce, per l’esecuzione delle sentenze n. 2151 del 27/04/2015 e n. 5763 del 18/12/2015, con le quali, rispettivamente, era stato annullato il DPGR n. 18/2010 nella parte in cui si disponeva la chiusura dell’ospedale di Trebisacce;
• successivamente, con i decreti nn. 30 e 64 del 2016 il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria ha previsto l’istituzione di “Ospedali di Zona Disagiata”, presidi ospedalieri di base da attivare in zone particolarmente disagiate quale ben potrebbe essere definita, per le motivazioni sinteticamente esposte, anche quella di Cariati;
• ad oggi, i dati dimostrano che la chiusura/riconversione degli ospedali territoriali, come quello di Cariati, è stato un grave e dannoso errore, dal momento che la Calabria, oltre ad essere la Regione economicamente più povera d’Italia, è quella con la dotazione più bassa di posti letto per acuti ed addirittura, in provincia di Cosenza, risultano mancanti 374 posti letto per acuti, rispetto a quelli assegnati dal DCA n. 64/2016, e molti altri per malati cronici e per riabilitazione;
• la situazione è ulteriormente aggravata da un sostanziale vuoto di potere e di impegno dirigenziale che, nell’ASP di Cosenza, dura ormai da diverso tempo e continua a persistere anche dopo l’approvazione del recente “Decreto Calabria”.
• a fronte di questa drammatica realtà, nell’anno d’imposta 2019, in Calabria, a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano di rientro del deficit sanitario, si sono realizzate le condizioni per l’automatica applicazione delle maggiorazioni dell’aliquota Irap, nella misura di 0,15 punti percentuali e dell’addizionale regionale all’Irpef, nella misura di 0,30 punti percentuali, come reso noto dall’Agenzia delle Entrate in un comunicato del 21 giugno scorso;
• in virtù del fatto che tutte le nuove strutture secondo le previsioni del Piano di Rientro della Spesa Sanitaria Regionale (Polo Ospedaliero della Sibaritide, Casa della Salute di Cariati, etc.) in sostituzione di quelle chiuse o riconvertite non hanno mai visto la luce, si appalesa opportuno e necessario procedere alla riattivazione dell’ospedale di Cariati ed al suo inserimento nella rete ospedaliera pubblica regionale, in quanto struttura fondamentale per garantire il diritto alla salute in una zona fortemente disagiata e carente di servizi, in particolare per le emergenze;
tanto premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese per sapere:
• se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
• se ritenga quanto esposto coerente con l’indirizzo politico ed il programma di governo;
• quali iniziative si intendano assumere per porre un limite ai gravi disservizi quotidiani che si registrano sull’intero territorio calabrese, ed in particolare in riferimento a quelle patite dall’area del basso Ionio cosentino;
• se e come intenda adoperarsi perché l’ospedale di Cariati venga riattivato e reinserito nella rete regionale degli ospedali pubblici;
• quali misure abbia in programma di adottare per evitare l’incremento automatico della tassazione (Irap e addizionale regionale Irpef), in conseguenza del mancato rispetto delle previsioni di cui al Piano di rientro sanitario”.
Gianluca Gallo
(comunicato stampa)