Nel mentre si pensa che l’apertura del cantiere per la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide sia ormai imminente, ecco che una nuova “tegola” si abbatte su queste speranze che, ed è giusto sottolinearlo, da anni le popolazioni della Piana di Sibari nutrono. Infatti, e la notizia è di qualche giorno fa, per i sindacati calabresi la realizzazione degli ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro è a rischio. A rendere complicato il quadro è quello che accade alla Tecnis, azienda che si è aggiudicata entrambi gli appalti (da circa 160 milioni di euro ciascuno). La società ha attraversato, dopo alcuni problemi giudiziari, una fase di commissariamento al termine della quale, scrivono Cgil, Cisl e Uil, «si trova ad affrontare il problema del recupero crediti, oltre 40 milioni di euro, dovuti dalle varie stazioni appaltanti che diventano necessari per affrontare la futura gestione e quindi per garantire continuità occupazionale e retribuzioni ai lavoratori diretti e a quelli dell’indotto». Il recupero dei 40 milioni è anche «indispensabile per consentire anche l’avvio dei cantieri relativi alle commesse in corso, un portafoglio di nuove opere pari a 1,2 miliardi di euro». Una fetta di questa torta enorme è rappresentata proprio dalle due strutture sanitarie. E qui sorgono i problemi: «Le attuali difficoltà – per i sindacati confederali – potrebbero compromettere l’avvio dei lavori e quindi la costruzione dei due ospedali in Calabria, con conseguenze nefaste non solo per gli sbocchi occupazionali nel settore delle costruzioni ma anche per i cittadini calabresi». Se i conti di Tecnis non tornano in regola, la costruzione di due presidi molto attesi potrebbe rimanere un sogno. L’appello dei sindacati è esteso a tutti, dal governo nazionale a quello regionale, fino a tutte le forze politiche e istituzionali. La richiesta è quella «di intervenire nei confronti di tutte le stazioni appaltanti debitrici della Tecnis spa per consentire alla stessa di ottenere la disponibilità delle risorse utili anche per l’avvio dei nuovi cantieri». Queste dunque le notizie in possesso dei sindacati: sono vere oppure no? Non abbiamo alcun timore nel propendere per il si, tenuto conto che Cgil, Cisl e Uil non hanno alcun interesse nel dare informazioni che se non vere sortirebbero l’effetto di creare solo inutili e facili allarmismi. Il dato di fatto, purtroppo, è che ad oggi il cantiere non è stato aperto, nonostante che nel novembre scorso il presidente della regione, Mario Oliverio, in un incontro pubblico tenutosi presso il castello ducale di Corigliano, in occasione della presentazione del progetto esecutivo, affermò che i lavori sarebbero partiti entro marzo 2017. Purtroppo marzo è passato siamo in aprile e di cantiere ancora nessuna traccia. Ma vi è di più, prima che il cantiere apra e sia operativo, è necessario realizzare alcuni interventi necessari e propedeutici, come i collegamenti tra il sito dove sorgerà la struttura e la SS 106, tenuto che nelle condizioni attuali sarebbe impossibile che l’arteria, già di per se congestionata e pericolosa, possa sopportare il prevedibile traffico di mezzi pesanti impegnati nei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale.