E nonostante la giostra delle dichiarazioni improvvide in diretta nazionale, abbiano messo a nudo il risultato di mala gestione decennale, la Sanità calabrese manca ancora di una guida nominata dal Governo.
E continua a scontare il prezzo dell’ assurdo immobilismo di chi avrebbe dovuto provvedere per tempo alla messa in sicurezza dei reparti e del personale e ad implementare l’organico con figure specializzate.
Ancora una volta le conseguenze più dure sono a carico del nostro territorio dove lo spoke Corigliano Rossano , che sulla carta dovrebbe essere punto di riferimento per la cura di una grossa fetta di popolazione della piu’ vasta Provincia calabrese, oscilla da lungo tempo nel limbo della precarietà, in attesa di una grande struttura che,se dio vorrà, non sarà pronta prima di tre anni. Subisce alternativamente spostamenti e rischi di chiusura di interi reparti e oggi anche il paradosso della commistione tra il reparto covid e i non covid perché chi doveva non ha provveduto per tempo a separarli come sarebbe stato logico fare, sull’esempio di tutte le altre realtà italiane.
Una situazione a cui però adesso va posto al più presto un rimedio mettendo in sicurezza i reparti non covid allocandoli nell’ospedale di Corigliano, già dotato di spazi ed attrezzature necessarie. Potenziando il reparto covid di Rossano con personale e ulteriori interventi strutturali. E destinando strutture come Cariati o Trebisacce a
Covid hotel.
Nello stesso tempo è necessario che, laddove previsti, si esplichino i bandi di assunzione di nuovi medici ad evitare prevalgano le opzioni a vantaggio di luoghi che offrono prospettive di incarichi a tempo indeterminato (Comunicato stampa).
Italia Viva Corigliano Rossano