Corigliano Rossano – Pronto soccorso in sofferenza. Serve personale medico e paramedico. Gli operatori sono arrivati al collasso. E c’è chi esausto si mette in malattia (legittimamente) perché sfinito da lunghi turni esasperanti. In molti casi interviene il dirigente della divisione a coprire i turni, per indisponibilità del personale. La carenza di personale mette ovviamente in affanno il servizio triage, non operativo nelle ore notturne. Da qui, spesso, il caos nella sala d’attesa dove, di sovente, si consumano contestazioni. Della vicenda sono stati investiti non solo i vertici sanitari, ma anche l’autorità prefettizia per quanto attiene la sicurezza e i Nas. Da qualche tempo sono in corso dei lavori presso la divisione di ortopedia di Paola e i pazienti sono dirottati sullo spoke di Corigliano Rossano, in particolare al “Nicola Giannettasio” ove vi è la divisione. In totale al Ps di Rossano vi è una dotazione organica di 14 infermieri di cui 4 a contratto, numero esiguo per gestire il triage, sala chirugica, medica e astanteria. Nella sola postazione di Rossano nel 2018 si sono registrati 18800 accessi, 17760 a Corigliano (dato accentuato dalla presenza del reparto di ginecologia). Come è noto, dopo la chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce, larga parte dell’utenza grava sullo spoke della città unica. Una situazione caotica non attribuibile alla gestione locale ma alle decisioni assunte dall’alto, che può essere risolti mediante un aumento del personale in considerazione del fatto che il presidio è orientato ad ospitare l’emergenza-urgenza, pur pagando lo scotto di un giusto e mancato riequilibrio tra area medica e area chirurgica. In questo contesto di confusione, non nuovo e già opportunamente segnalato, può accadere che a qualche paziente venga consegnato un referto sbagliato. Sono i casi, e sono tanti, in cui purtroppo ci si accorge delle decisioni che si assumono a Cosenza solo quando ci si sbatte il muso.