Nel silenzio più totale degli organi di informazione, a parte qualche eccezione, il governo italiano (tramite il ministero dell’ambiente) sta concedendo o si appresta a concedere autorizzazioni per installare davanti alla costa calabrese una miriade di torri eoliche di notevole altezza e impatto visivo per produrre energia elettrica. I progetti riguardano tutta la fascia calabrese cominciando da Corigliano-Rossano (ma forse anche a Trebisacce) per passare nella zona del Crotonese e terminare nel Golfo di Squillace.
Sono tutti progetti di multinazionali energetiche dei paesi nordici europei che a volte si appoggiano su strutture italiane o addirittura calabresi (come per il progetto tra Corigliano-Rossano e Mandatoriccio che vede la partecipazione di personale appartenente all’Università della Calabria): in pratica sfruttando le agevolazioni concesse dalle leggi italiane queste società energetiche straniere vengono in Italia per fare business sfruttando il territorio italiano senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze che provocheranno i loro impianti.
Oltre all’impatto visivo che cambia di fatto il paesaggio marino del Mare Jonio calabrese queste strutture avranno importanti altre conseguenze. Innanzitutto uno stravolgimento dei fondali, perché sono necessari centinaia di km di scavo per ogni impianto per ancorare i cavi sottomarini e collegarli a terra, oltre che per posizionare le torri eoliche stesse. Tutta la zona interessata è area di riproduzione, cioè di deposizione di uova del gambero rosso e rosa ma anche di altre specie e inoltre la presenza di tutte queste strutture impedirà di fatto o almeno procurerà seri intoppi all’attuale navigazione costiera, pescherecci compresi, almeno quelli che hanno reti per fondali profondi. Inoltre queste strutture quando sono accoppiate in serie provocano alterazioni della ventilazione che è in grado localmente di creare delle correnti artificiali di vento che modificano di fatto in aree ben localizzate la ventosità naturale. Anche per il transito degli uccelli specialmente durante i cambi di stagione queste strutture sono pericolose, specialmente nei primi anni di esercizio, quando la fauna segue quelle rotte.
Bisogna che le amministrazioni costiere interessate comincino sul serio a contrastare questi progetti unendosi ad un gruppo numeroso di amministrazioni che già si sono organizzate per difendere la costa e il paesaggio marino costiero, con Catanzaro come capofila, seguita da numerosi comuni in provincia di Catanzaro e Crotone. Alcune associazioni calabresi hanno organizzato per domenica 29 settembre una grande giornata di mobilitazione, una catena umana di cittadini sulle spiagge dei rispettivi comuni per opporsi a questi progetti e anche nel comune di Corgliano-Rossano ci sarà mobilitazione e ne sarà data notizia più dettagliata dagli organizzatori.