Cassano all’Ionio – “La rielezione di Giovanni Papasso a sindaco di Cassano sullo Jonio è una buona notizia ed è la dimostrazione pratica di quanto urgente sia la riforma della legge sullo scioglimento delle amministrazioni comunali per infiltrazioni mafiose, utile – per come formulata oggi – più a creare ingiustizie che non a bonificare istituzioni e arginare eventualmente il potere di controllo delle mafie sulle istituzioni”. Ad affermarlo è la parlamentare Pd, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: “La storia di Cassano e di Papasso, infatti, racconta di un sindaco oggi rieletto con larghi consensi, amato dalla sua comunità capace di resistere e opporsi con la forza della democrazia a uno scioglimento subito come un’umiliazione e un’insopportabile ingiustizia. Potremmo dire che il tribunale del popolo ha riabilitato colui che uno Stato miope aveva voluto punire e condannare in via sommaria. E di questo sono sempre stata convinta fin da subito, fin da quando due anni fa nel novembre 2017 tanti censori si sono affrettati a buttare la croce addosso a Papasso e a tutti gli abitanti di Cassano e io in solitudine e controcorrente mi ostinavo a rivendicare il fatto che il sindaco di Cassano allo Ionio fosse una persona perbene. Ieri come oggi, anzi ieri più di oggi”.
“Ciò che da parlamentare più mi sta a cuore – spiega oggi la deputata Pd – non è il dato politico ma quello legislativo: lo Stato di fatto è molto più avanti dello Stato di diritto e il Parlamento ha il dovere il prendere atto di questa distanza e accorciarla il prima possibile. In questa direzione va la mia proposta di legge sulla modifica del testo unico in materia di scioglimento dei consigli comunali, il cui contenuto nel corso dell’attuale discussione in commissione ha raccolto importanti consensi a partire da quella del procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho. Si prevede, tra l’altro, la possibilità di commissariamento della sola struttura amministrativa degli enti locali. Preservando, in mancanza di riscontri oggettivi di condizionamento mafioso, gli organi politici e, quindi, la volontà popolare. È prevista, inoltre, la possibilità per gli amministratori, sindaci in testa, di poter intervenire in contraddittorio nel procedimento istruttorio per l’accertamento delle presunte infiltrazioni. Si tratta, insomma, di rendere quanto più oggettivi gli accertamenti delle commissioni di accesso sulle eventuali infiltrazioni e poter intervenire con efficacia ed evitando dannose criminalizzazioni” (Comunicato stampa).