Il rilancio del Museo e del Parco archeologico di Sibari, si lavora su più fronti, i progetti ci sono con tanto di copertura finanziaria. Dal punto di vista funzionale e organizzativo l’unica criticità si riscontra sulla necessità di rimpinguare il capitolo del personale sia nel settore della guardiania sia le unità tecnico-scientifiche. Su questo versante, il ministero dei Beni Culturali pare abbia assunto impegni positivi sin dal prossimo anno. È la cornice in cui si cala l’area storica di Sibari unitamente all’Alto Jonio cosentino. A partire dal 25 settembre prossimo, in occasione della Giornata Europea del Patrimonio, sarà riaperto il Museo in attesa dell’allestimento definitivo che sancirà prossimamente l’istituzione del Museo nazionale della Sibaritide. Ciò consentirà di procedere ai lavori di restauro lasciando aperte al pubblico le sale espositive. «Si tratta di un’operazione interessante in quanto sarà anche l’occasione, ha riferito al nostro network il Direttore del Parco Filippo Demma, di presentare anche i criteri geografici e chiunque potrà esprimere suggerimenti e/ pareri». L’attività parallela riguarda il ripristino dei sistemi drenanti nelle zone ancora chiuse, in particolare l’area del “Prolungamento Strada” e gli scavi di Casabianca che, entro la fine dell’anno, dovrebbero essere riattivate e aperte al pubblico.
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Legalità e ripristino dei luoghi danneggiati
In cantiere il ripristino dello stato dei luoghi danneggiati da presunti atti intimidatori verso cui i magistrati della Procura di Castrovillari hanno avviato delle specifiche indagini. I roghi interessavano una serie di piccole strutture destinati ai custodi, ma anche altre postazioni intorno al Parco. Tutti atti sospetti che inducono ad ipotizzare la matrice dolosa e «poco confortanti», ha commentato il Direttore Demma, il quale ha sottolineato come proprio ad «ottobre partirà il Pon- legalità che metterà in sicurezza (servizio di videosorveglianza, droni e collegamenti diretti con le forze dell’ordine) i confini del Parco e tutte le pertinenze al fine di poter ripristinare a pieno regime tutte le strutture didattiche previste in programma». Altro tema altrettanto delicato e complesso è il capitolo delle aree di pertinenza del parco, date in concessione ai privati molti dei quali non hanno le posizioni regolarizzate. Si ipotizzava la presenza della ‘Nrangheta” sul punto: « Io non so se c’è una presenza effettiva della ‘Ndrangheta all’interno dei confini, quello che so è che le pertinenze del Parco sono state violate, gestite con approssimazione e in tanti se ne sono approfittati. In 20 anni, denuncia Demma, non abbiamo ricevuto un solo euro di pagamento per lo sfruttamento agricolo che, invece, hanno guadagnato gli abusivi su terreni di proprietà dello Stato. I proventi dei terreni vincolati dal Parco di Sibari avrebbero potuto essere utilizzati per la manutenzione dello stato dei luoghi». Su questo versante sono stati resi operativi una serie di provvedimenti nei confronti dei concessionari “infedeli” mediante azioni di sfratto anche se gli stessi, incalza Demma, «continuano ad occupare abusivamente i terreni». Prossima la convocazione di un Consiglio di amministrazione allo scopo di discutere metodi e criteri di riassegnazione delle aree interessate. «Parco di Sibari dovrà diventare un Polo di legalità, bisognerà tornare a pensare in maniera civile», conclude Demma.