La Corte di Assise di Appello di Catanzaro, valutando favorevolmente la condotta processuale serbata dal giovane nel corso del procedimento e tenendo in debita considerazione le motivazioni che lo avevano portato a commettere il delitto, ha disposto nei suoi confronti il regime dei domiciliari.
Il 28enne Alessandro Manzi, che subito dopo il fatto si era costituito ai Carabinieri di Rossano, percorrendo a piedi il tratto di strada che divide la sua casa dalla Compagnia della Benemerita, si era immediatamente assunto la responsabilità dell’accaduto narrando di come fosse arrivato ad un punto di saturazione dopo anni di vessazioni all’interno delle mura domestiche che condivideva con il padre, noto pregiudicato, e con la sua famiglia.
Per tali fatti la Corte di Assise di Cosenza lo aveva condannato in primo grado alla pena di 18 anni e 10 mesi di reclusione (il Pubblico Ministero di udienza aveva chiesto la condanna all’ergastolo). Pena poi ridotta a 9 anni di reclusione all’esito del giudizio di secondo grado lo scorso ottobre, in accoglimento dell’appello proposto dall’Avv. Ettore Zagarese.
(comunicato stampa)