CARIATI. Nell’accordo Asp Cosenza e Azienda Zero sulle sedi assegnate al volo notturno per la gestione dell’Emergenza-Urgenza tramite elisoccorso, tra le varie elisuperfici manca quella di Cariati. A denunciarlo è ancora il sindacato infermieristico Nursind, il quale ricorda altresì che la struttura commissariale dell’Asp di Cosenza lo scorso 24 febbraio ha invitato molti comuni calabresi a indicare eventuali aree di atterraggio dell’elisoccorso.
Nell’esplicare l’importanza di un posizionamento congruo, lo stesso sindacato menziona quello ad hoc dell’elisuperficie dell’Ospedale di Paola, attiguo ai locali del pronto soccorso, il che permette di trasportare a piedi i pazienti con infarto, ictus, politraumi etc. La collinetta antistante il presidio sanitario di Cariati, dunque, costituirebbe la scelta più valida, perché, come afferma Nursind, fornirebbe una risposta immediata in quanto all’interno del presidio ospedaliero in questione oltre che realizzabile in tempi brevi. Pertanto, Nursind ha chiesto all’Asp di Cosenza verifica e richiesta della suddetta all’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), per permettervi occasionalmente fasi di decollo e atterraggio.
«Tali mezzi salvavita, come l’elisoccorso che ad oggi vola dalle 7 del mattino alle 19 di sera – scrive Nusind – servirebbero a sopperire nella notte alla carenza di autoambulanze, dando risposte efficaci per patologie tempo dipendenti».
Ricordiamo che l’installazione di una piattaforma funzionale non sarebbe a garanzia della sola comunità di Cariati ma di tutte quelle dell’entroterra e del Basso Jonio cosentino che vedono un primo Ospedale a diversi km di distanza, viaggiando su strade di fortuna (montuose e collinari sterrate e/o SS.106 pericolosa per eccellenza).
«È nell’interesse di ognuno di noi che ci venga restituita dignità il prima possibile – commentano Le Lampare –. Non possiamo permetterci distrazioni – chiosano – perché già in massima allerta si verificano ritardi nei lavori concernenti il Vittorio Cosentino tutto, e il permanere di ataviche problematiche sanitarie che, attualmente, non consentono l’assistenza di base né quella d’emergenza-urgenza».
Virginia Diaco