Nella serata di ieri, lunedì 25 gennaio, si è celebrata l’udienza dinanzi alla III Sezione Penale della suprema Corte di Cassazione all’esito della quale i giudici hanno annullato in gran parte la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro. Nello specifico, gli Ermellini hanno annullato la pronuncia di secondo grado relativamente al Capo A, ossia all’accusa di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico (art. 74 Dpr 309/90) disponendo il rinvio per nuovo esame dinanzi ad una sezione diversa della Corte d’Appello di Catanzaro. Gli stessi giudici hanno inoltre annullato la sentenza, senza rinvio, relativamente ad altri capi di imputazione dichiarandoli estinti per intervenuta prescrizione.
Accolto, quindi, il teorema difensivo sostenuto ieri in udienza dagli avvocati penalisti Giovanni Zagarese, Ettore Zagarese, Francesco Nicoletti, Maria Teresa Zagarese e Francesco Calabrò. Sarà ora una diversa sezione della Corte d’Appello catanzarese a giudicare nuovamente alcuni degli imputati, con il processo che torna nella fase del secondo grado di giudizio.
«Siamo soddisfatti del risultato – questo il commento del collegio difensivo – che giunge in Cassazione anche grazie alla nostra caparbietà. Ritenevamo che i nostri assistiti non fossero dei narcotrafficanti. Pare che il Giudice di legittimità la pensi come noi».
L’operazione “Piccoli passi”, condotta dalla Guardia di Finanza in parallelo con l’operazione “Stop” portata a termine dai Carabinieri, prendeva le mosse da un’ulteriore operazione antimafia avviata nel 2009, concentrandosi sulle attività della presunta cosca rossanese nel settore legato al traffico di stupefacenti. Nel dettaglio, gli inquirenti delinearono un quadro accusatorio individuando i canali di approvvigionamento del narcotico, localizzati soprattutto in Campania, e la rete di distribuzione con “piazze” anche nella provincia di Reggio Calabria (Comunicato stampa).