Giovannini ha iniziato alle 8:35 spiegando che sul Ponte sullo Stretto di Messina furono istituite presso il Ministero delle Infrastrutture addirittura due gruppi di lavoro: uno il 27 agosto 2020 e l’altro il 3 settembre 2020 dall’Ex Ministro del Partito Democratico Paola De Micheli.
Ha poi evidenziato che le motivazioni alla base della realizzazione di quest’opera sono riconducibili al “trend negativo della popolazione”, al “trend negativo dell’occupazione” ed al “trend negativo del PIL” parametri che – secondo il Ministro – grazie all’avvio del Ponte possono invece tornare a crescere.
La novità più interessanti che ha avuto modo di esternare il Ministro Giovannini sono essenzialmente due: la prima è quella relativa ai costi poiché, da ciò che emerge, il Ponte sullo Stretto di Messina potrà essere realizzato per importo totale di oltre 10 miliardi di euro; è stato già disposto con la Legge di Bilancio del 2021 un finanziamento di 50 milioni di euro per la redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica al fine di confrontare le due soluzioni di collegamento che potrebbe concludersi entro la primavera del 2022, così da avviare un dibattito pubblico sull’opera ed ha, infine, annunciato l’istituzione di un nuovo gruppo di lavoro dedicato a supportare e coordinare l’intero processo, con la partecipazione di esperti e rappresentanti dei Ministeri coinvolti.
Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Paolo FICARA (M5S) che osserva che il contenuto della 158 pagine della relazione sul Ponte sullo Stretto è parecchio lacunosa su molti aspetti; Stefania PRESTIGIACOMO (FI) chiede al Ministro perché viene dato peso al lavoro dei due Gruppi di Lavoro istituiti dalla Ex Ministra del PD De Micheli e non, invece, all’iter procedurale dell’Opera che dura da decenni ed è – dal punto di vista legale – l’unico faro da seguire; Chiara BRAGA (PD) rivendica la straordinario importanza del lavoro svolto dai due Gruppi di Lavoro; Edoardo RIXI (LEGA) chiede al Ministro quanto è costato allo Stato il lavoro svolto dai due Gruppi di Lavoro; Luciano NOBILI (IV) chiede di partire subito; Tommaso FOTI (FDI) afferma che Fratelli d’Italia è favorevole al Ponte; Rossella MURONI (M-MAIE-PSI-FE) chiede ulteriori approfondimenti su un’opera che è molto complessa; Matilde SIRACUSANO (FI) asserisce che lo sviluppo del Mezzogiorno passa dalla realizzazione del Ponte sullo Stretto; Giulia GRILLO (M5S) chiede al Ministro una analisi costi-benefici sul Ponte sullo Stretto; Alessandro PAGANO (LEGA) afferma che son serviti 8 mesi e due gruppi di lavoro per leggere informazioni che erano già note; Roberto MORASSUT (PD) chiede approfondimenti sulla questione ambientale legata alla realizzazione dell’opera.
Insieme gli interventi della lombarda Braga, dell’emiliano romagnolo Foti, della pugliese Muroni, del ligure Rixi, dei laziali Morassut e Nobili, e dei siciliani Prestigiacomo, Siracusano, Grillo e Pagano vi sono anche quelli di due parlamentari calabresi: Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) che ricorda la mozione firmata dai 21 parlamentari del PD in cui si chiedeva di realizzare il Ponte sullo Stretto e rivendica la carenza infrastrutturale ad oggi esistente da Salerno a Reggio Calabria e Domenico FURGIUELE (LEGA) che propone al Ministro di chiedere all’Europa il 20% del costo del Ponte sullo Stretto e propone di realizzare senza perdite di tempo il progetto a tre campate.
Il Direttivo dell’Organizzazione di Volontariato evidenzia, infine, quanto emerga chiaramente – dal contenuto dell’audizione – l’importanza del Ponte sullo Stretto per lo sviluppo e la mobilità della regione Sicilia. Ciò implicitamente conferma l’impianto da sempre sostenuto dal nostro sodalizio: il Ponte sullo Stretto non è assolutamente un’opera infrastrutturale d’interesse prioritario per la Regione Calabria. A tal proposito è sconfortante che i parlamentari calabresi tutti nelle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera dei Deputati non abbiano osservato al Ministro Giovannini che con la metà dell’investimento necessario per realizzare il Ponte sullo Stretto è possibile ammodernare su un tracciato a 4 corsie ex novo la Statale 106 da Sibari (CS) fino a Locri (CS). Allo stesso tempo, dopo l’investimento di 9,4 miliardi di euro sull’alta capacità/alta velocità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria è fondamentale sottolineare ed evidenziare quanto le scelte del Governo e dei parlamentari calabresi tutti sono concretamente e realmente indirizzate nella direzione di voler rendere ancor maggiore il divario infrastrutturale tra la costa jonica calabrese e quella tirrenica ma anche con il resto del Mezzogiorno, del Centro-Nord Italia e con l’Europa. Queste scelte politiche, è evidente, daranno il colpo di grazia al futuro della costa jonica calabrese (Comunicato stampa).