Corigliano Rossano – Trovato il furgone riconducibile ad Antonino Sanfilippo, i sommozzatori continuano le ricerche nell’area antistante il porto di Corigliano. Si cerca altro e le supposizioni sono tante, tra queste il rinvenimento di un altro cadavere dopo quello associato a Pietro Longobucco della cui certezza scientifica si saprà solo dopo le comparazioni del DNA. In attesa, si ha sempre più conferma dai riscontri dei tatuaggi impressi sul corpo: non solo la farfalla, ma se sono stati identificati altri due.
Le verifiche sono complesse a causa del processo di saponificazione che ha subito il corpo. Prossima la disposizione dell’autopsia. Intanto la trama entro cui sarebbe maturato il piano omicidiario s’infittisce di mistero. Del furgone ritrovato, su cui sono in corso accertamenti scientifici, Sanfilippo denunciava ai carabinieri il furto del mezzo qualche giorno prima di sparire. Quel Sanfilippo amico di Longobucco, di cui non si ha traccia oramai da giorni. Da ambienti investigativi il cadavere rinvenuto (attribuibile a Longobucco) dopo la macabra esecuzione sarebbe stato gettato in mare e legato a un qualcosa di pesante affinché il corpo non venisse a galla. E sono proprio queste le ragioni che hanno spinto i vertici dell’intelligence a ispezionare i fondali con i sommozzatori.