Si parla tanto, soprattutto in questo periodo, di riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla ‘ndrangheta. Sarà un caso o c’è dell’altro? Staremo a vedre. Intanto l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, la Prefettura di Cosenza, con il Prefetto Tomao, il Comune di Cassano all’Ionio, con il sindaco Papasso, l’Università della Calabria, con il Rettore Crisci, la Diocesi di Cassano all’Jonio, con il vescovo Savino e L’Associazione Libera contro le mafie, con Don Stamile, hanno sottoscritto nella sede dell’Ufficio del Governo a Cosenza il Protocollo d’intesa per il riutilizzo a uso sociale di beni confiscati nel Comune di Cassano all’Jonio. Nella fattispecie, il complesso immobiliare turistico ricettivo del Sybaris Hotel. Promotore di questa rete di partenariato per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, la Prefettura di Cosenza. Che, evidentemente, pensa anche alla gestione dei migranti sempre più numerosi che stanno arrivando nel nostro territorio. Ma, così come è scritto nella comunicazione data dal Sindaco di Cassano Papasso, “le parti in causa, con la firma dell’atto, hanno concordato che la realizzazione di azioni positive finalizzate alla gestione e riutilizzo per finalità sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata, costituisce un importante contributo al perseguimento dell’interesse generale delle comunità locali e nazionale, alla promozione umana ed all’integrazione sociale delle persone socialmente svantaggiate, allo sviluppo di opportunità occupazionali per giovani del territorio e alla diffusione della cultura della legalità anche in ambito economico”. Entrando nello specifico, si può appurare come nel caso specifico non si pensi alla allocazione di migranti nella struttura. Infatti si legge: “I rappresentanti delle istituzioni e associazioni firmatarie si sono impegnati, congiuntamente, ad avviare un percorso finalizzato al riutilizzo sociale dei beni confiscati, attraverso l’attivazione di una iniziativa di impresa sociale in ambito ricettivo-turistico, agricolo, formativo e culturale, che verrà realizzata mediante l’elaborazione di un progetto imprenditoriale la cui responsabilità sarà assunta da soggetti selezionati mediante procedure di evidenza pubblica, secondo quanto previsto dall’articolo 48 del codice antimafia”. L’iniziativa in questione dovrà mirare a conseguire un ampio coinvolgimento delle comunità locali ed il massimo possibile di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e di promozione occupazionale dei giovani del territorio. Il protocollo d’intesa ha validità sino al 30 giugno 2018, eventualmente prorogabile di ulteriori 12 mesi e comunque fino alla completa realizzazione delle attività concordate.