ROSSANO Hanno preso il via ieri, dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro, le arringhe del collegio difensivo nell’ambito del processo di secondo per gli imputati coinvolti nella maxioperazione antimafia “Stop” che avevano optato per il giudizio con il rito ordinario. Ad aprire le discussioni della difesa, tra gli altri, gli avvocati Giovanni Giannicco, Andrea Salcina, Salvatore Sisca, Armando Veneto e Acciardi, che hanno tentato di smontare le tesi accusatorie. L’avvocato Giannicco, che ha discusso per le posizioni di Orazio Acri, Antonio Ruffo e Vincenzo Interlandi, ha illustrato ai giudici, punto per punto, i motivi di appello nonché i rilievi già mossi in precedenza e gli elementi a discarico non valutati né dai giudici di primo grado né dal procuratore generale nel corso della sua requisitoria. Ha poi messo in evidenza, per quel che riguarda la posizione di Orazio Acri, le incongruenze nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Alfano che, ha ribadito il legale, è già stato sconfessato anche per quanto concerne le accuse relative alla interposizione fittizia (in merito al commercio del caffè). Il difensore ha inoltre rilevato l’assenza di riscontri alle dichiarazioni dei collaboratori anche sul fronte delle sponsorizzazioni “fasulle” (per la posizione di Ruffo) mentre ha ribadito, per la posizione di Interlandi, accusato di procurata inosservanza di pena, che i legami con Salvatore Galluzzi sono limitati al periodo di irreperibilità di quest’ultimo. Le arringhe riprenderanno i prossimi 6 e 9 settembre, prima di procedere alle eventuali repliche del pg e alla lettura della sentenza di secondo grado. L’operazione “Stop” ricostruisce, tra l’altro, anche il passaggio dal “vecchio regime”, cristallizzato nella sentenza del processo “Satellite”, al “nuovo regime” avviato nel 2002 in seguito all’agguato ai danni di Antonio Manzi alias Tom Tom, per finire agli “assetti” più recenti venutisi a determinare dopo la cattura del presunto boss Nicola Acri.
(fonte: La Provincia di Cosenza)