REGGIO CALABRIA, 3 MAG. 2022 – Proposta di legge vergognosa, che vuole frenare la lotta all’azzardopatia e rischia di danneggiare tantissime famiglie calabresi. Se dovessi rubricare la proposta di legge n.60/12, oggetto di discussione nella seduta del Consiglio Regionale di oggi 3 maggio, e con la quale la maggioranza di governo regionale intende concedere altri 48 mesi ai titolari di sale gioco per adeguarsi alla legge regionale 26 aprile 2018 n. 9, non potrei ricorrere a parole diverse. Finora ho sempre fatto un’opposizione costruttiva, cercando di migliorare leggi sulle quali, nel merito anche se non nel metodo, si poteva anche ragionare, ma se questa maggioranza inizia a proporre schifezze simili, la contrarietà sarà totale.
Nata per prevenire e contrastare il fenomeno della ‘ndrangheta, la legge regionale n.9 del 2018 all’art. 16 prevede, anche, disposizioni tese a prevenire, e contrastare, il rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, contro cui il M5S lotta da anni in parlamento e nelle regioni, che distrugge la serenità, i legami e la sicurezza di tante famiglie e delle nostre comunità. Più si è in difficoltà economica, più si gioca, peggiorando la propria situazione. Chi è preda dell’azzardopatia trascura lo studio o il lavoro, mente continuamente alla famiglia per nascondere una situazione disperata, può arrivare a compiere dei furti o delle frodi o diventare vittima dell’usura pur di continuare a dedicarsi al gioco, ne più ne meno di chi si droga. Più della metà dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni gioca d’azzardo. Ormai li si vede sempre più spesso attaccati alle macchinette prima di andare a scuola. È vergognoso procrastinare ancora una legge regionale che può mettere un freno a tutto questo, in particolare ora che stiamo uscendo dalla pandemia e con questa crisi che rende le persone ancora più fragili.
Come sottolineato dal coordinamento nazionale di associazioni contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in Gioco”, la Calabria è l’unica regione priva di una legge in vigore sulla localizzazione e sugli orari di funzionamento delle sale slot e delle sale scommesse. La proroga dell’entrata in vigore della legge 9 del 2018, addirittura fino al 2025, non trova proprio alcuna giustificazione, neanche riferendosi alle difficoltà incontrate dal settore durante il Covid.
Perché la legge contro l’azzardopatia, in vigore da anni nelle altre regioni, in Calabria fa paura?
Studi condotti da una università svizzera, sui danni sociali del gioco, hanno rilevato come un giocatore patologico rende meno a lavoro, perdendolo in molte occasioni, e soffre di più malattie, arrivando a fare maggiore uso di farmaci. Tutte le persone toccate da dipendenze molto spesso ne hanno anche altre. In Calabria nel 2019 la spesa per il gioco d’azzardo è stata di 1,8 miliardi di euro, come indica il report dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. A tanto vanno aggiunti i costi per i controlli e la repressione dell’illegalità. Inoltre, va considerato che il figlio di un giocatore patologico avrà molte più difficoltà e dunque sappiamo che l’onda lunga dei danni arriverà alle generazioni future.
Una proposta di legge, dunque, che contrasta quanto espresso dalla nostra costituzione all’articolo 2, che non rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, impedienti il libero sviluppo della persona, ma li crea. Per queste ragioni non posso non esprimere totale e fermo disappunto.
Davide Tavernise Capogruppo M5S – Consiglio Regionale della Calabria