Sit-in di protesta questa mattina a Trebisacce organizzato con determinazione dal laboratorio politico culturale “Sinistra al Quadrato” e dal Comitato Civico “Ospedale di Trebisacce”. Un nutrito gruppo di cittadini ha dato voce a una richiesta urgente e sentita: la riapertura del “Chidichimo”, l’ospedale generale di pronto soccorso che è stato oggetto di chiusura e di decisioni discutibili.
Il referente del laboratorio politico culturale “Sinistra al Quadrato” di Trebisacce, Pasquale Corbo, ha dichiarato con fermezza e chiarezza l’obiettivo della protesta. La richiesta è semplice: l’applicazione piena di ben tre sentenze del Consiglio di Stato, risalenti al 2015, 2018 e 2020, che sono state ulteriormente rafforzate da un decreto ministeriale, il numero 70 del 2015.
L’intero territorio, rappresentato dal laboratorio politico, è unito nella volontà di vedere riaperto e completamente funzionante l’ospedale generale di pronto soccorso di Trebisacce. La recente revisione regionale ha provocato un regresso effettivo, trasformando ciò che avrebbe dovuto essere un ospedale generale in un ospedale di zona disagiata. Questa decisione ha comportato una significativa riduzione dei posti letto e dei reparti, una situazione intollerabile per la comunità locale. Corbo ha sottolineato che dal momento della sentenza del Consiglio di Stato ad oggi, non si è visto alcun progresso tangibile nell’attuazione delle decisioni giudiziali. Sebbene ci siano stati impegni, studi di fattibilità e delibere per finanziare e avviare lavori al pronto soccorso, la popolazione locale è ancora in attesa di vedere azioni concrete. La situazione è resa ancor più grave dalla constatazione che, nonostante esistano documenti cartacei di natura legislativa, manca il rispetto effettivo delle regole e delle sentenze. «I cittadini di Trebisacce stanno pagando il prezzo di questa situazione con la loro salute e la loro vita, ha affermato Corbo, una realtà intollerabile che la comunità non può più accettare. Inoltre, si è notato un fenomeno di fuga verso l’ospedale di Policoro, un chiaro segno che la mancanza di servizi sanitari adeguati a Trebisacce sta costringendo i cittadini a cercare cure altrove». La protesta di oggi è un grido di dissenso e di richiesta di giustizia.
Chiesta giustizia per la salute
Giuseppe Mangone, il referente del Comitato Civico dell’Ospedale di Trebisacce, ha espresso con determinazione e preoccupazione la necessità di agire immediatamente per ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato e alle successive ordinanze che richiedono la riapertura completa dell’Ospedale “Chidichimo”. Il suo intervento è stato marcato da un appello pacifico, democratico e legale, sottolineando l’importanza di riportare la situazione alla normalità per il benessere della comunità. Mangone ha evidenziato un tragico esempio recente di un decesso, sottolineando che le problematiche logistiche, forse evitabili, hanno contribuito alla mancata tempestività del soccorso. Questo episodio ha rafforzato la determinazione del Comitato Civico nel richiedere un rapido ritorno alla normalità per garantire una gestione efficace delle emergenze mediche sul territorio ampio di Trebisacce. Il movimentista ha affermato con forza che il Comitato Civico sarà sempre al fianco della cittadinanza e dell’intero arco Ionio cosentino. «La salute e la sanità, ha sottolineato, devono essere prioritari, e il motto del Comitato è “in difesa della salute”». Mangoni ha ribadito che questo diritto è stato trascurato e negato per troppo tempo, generando ansie e preoccupazioni nella popolazione locale. La mancanza di adeguato personale medico e apparecchiature sanitarie è stata indicata come una delle principali preoccupazioni del Comitato Civico. Mangone ha rimarcato la necessità di un aumento delle risorse e dei macchinari per garantire un ambiente sereno e sicuro per la comunità. Ha anche affrontato il tema delle disparità rispetto a Praia, enfatizzando che il Comitato non ha nulla contro i cittadini di Praia, ma chiede il rispetto delle sentenze e delle ordinanze che riconoscono Trebisacce come ospedale a tutti gli effetti. La comunità non può più tollerare ulteriori discriminazioni e vuole vedere ripristinata la normalità nel sistema sanitario.
Infine, Mangoni ha sollevato la questione dell’immigrazione sanitaria verso l’ospedale di Policoro, indicando un problema radicato che ha generato significative perdite economiche per la regione calabrese. Ha esortato il presidente della regione a prendere azioni concrete per porre fine a questa situazione, garantendo che la popolazione calabrese non debba più subire violenze, anche di natura economica.
L’ex sindaco Mundo: «Trebisacce ha falsi amici»
Franco Mundo, ex sindaco di Trebisacce, ha condiviso dettagli significativi sulla lunga e complessa storia che il comune ha affrontato dal 2012 in poi, un percorso che ha vissuto personalmente. Ha iniziato sottolineando che questa storia è caratterizzata da molte sfide e falsi amici, rivelando che si è arrivati ad adottare fatti concreti a livello amministrativo. Il percorso di Trebisacce è stato unico, in quanto è stato il primo ospedale a essere inserito dopo il decreto 18 del 2010, che ha portato alla chiusura di 18 ospedali. Grazie a decisioni giurisdizionali, Trebisacce è stato riaperto nel 2015 e inserito nella rete ospedaliera con il decreto 64 nel 2016. Tuttavia, il comune ha continuato la sua battaglia legale con la nomina di commissari ad acta e giudizi di ottemperanza. Mundo ha evidenziato il successo nel conseguire il codice ospedaliero, fondamentale per la riapertura dell’ospedale, poiché consente i ricoveri e la registrazione delle prestazioni sanitarie. Nel 2019/2020, con la nomina del commissario Urbani, sono stati compiuti passi importanti, tra cui la riconfigurazione dell’ospedale da “zona disagiata” a “ospedale di Trebisacce” secondo il DM 70 del 2015. La riconfigurazione ha portato a concreti miglioramenti, tra cui la divisione di medicina, la divisione di chirurgia, e il pronto soccorso con un dirigente medico di secondo livello. Inoltre, sono state stabilite unità operative di cardiologia, urologia e servizi clinici, insieme all’assistenza tumorale. Questi risultati sono stati una vittoria tangibile per la comunità. Tuttavia, l’ex sindaco ha iniziato a sospettare quando è stata richiesta una verifica statica della struttura ospedaliera, considerata moderna, funzionale e sicura. Questa situazione ha portato Mundo e altri sindaci ad avviare una proposta di legge di iniziativa popolare per ripristinare la sanità nella sibaritide e nel Pollino. Mundo ha dichiarato che la legge regionale attuale retrocede il presidio di Trebisacce a “sede disagiata”, contrastando la riconfigurazione precedentemente ottenuta. Questo, secondo Mundo, è in netto contrasto con le decisioni del Consiglio di Stato.
Infine, l’ex amministratore ha criticato coloro che, «pur dichiarandosi amici di Trebisacce, non dimostrano sostegno con azioni concrete». La sua speranza è che questa testimonianza contribuisca a sensibilizzare e coinvolgere la comunità per costruire un futuro migliore.