Classe politica Jonica ancora assoggettata ai diktat dei poteri esterni al territorio. A pagarne le spese gli stessi sindaci del posto a cui è impedito ogni forma di carrierismo se non quando rispondono in maniera supina. È paradossale come il servilismo e l’allineamento alle dinamiche di potere in capo ai luoghi del centralismo abbia pervaso la società Sibarita e Crotoniate. Ormai lo diciamo da tanto tempo, senza una soluzione foriera di visione territoriale, l’area dell’Arco Jonico è destinata a vivere in ginocchio. Con la consapevolezza che i processi sociali in atto si trasformeranno in boomerang poiché disattenderanno le aspettative attese. E diciamo questo, in funzione della bagarre istituzionale creatasi intorno alla candidatura del Sindaco di Corigliano-Rossano alle recenti elezioni per il rinnovo del Presidente della Provincia di Cosenza e per le dichiarazioni di un Quadro dirigente di una sigla sindacale ad una riunione congiunta della II e III Commissione in seno al Comune di Crotone. Mal comprendiamo infatti le accuse rivolte al Primo Cittadino Sibarita, nel momento in cui, Questi, viene additato di arrivismo, per il sol fatto di essere stato parte integrante di una lotta al conseguimento della poltrona di Presidente dell’Ente intermedio.
Sia chiaro, questa non è una difesa dell’operato del Sindaco Stasi, il quale sarà giudicato dal Popolo per il mandato che avrà espletato, ma risulta, oggettivamente, incomprensibile pensare che non avrebbe dovuto ratificare la sua candidatura per ossequiare i dettami espressi dalle segreterie centralizzate del partitismo di casacca. Singolare poi si rivela il concetto di appartenenza al partito, di centrodestra o di centrosinistra poco cambia, dal momento che oramai le segreterie di partito hanno cessato di svolgere qualsivoglia funzione, salvo poi nei momenti topici sbandierare i principi di appartenenza. Fiumi di note stampa in cui si è additato l’Amministratore come artefice responsabile della disfatta del centrosinistra, solo perché Costui non avrebbe osservato le disposizioni romane ratificate da Cosenza? E quale sarebbe il criterio per cui il diritto di veto a legittime aspirazioni di un Sindaco che oggi, volendo o nolendo, rappresenta la prima realtà di questa scriteriata Provincia, dovrebbe essere deciso in maniera carbonara nelle solite stanze dei bottoni? Riteniamo che sia necessario avere la lucidità mentale per discernere i due incarichi. Una cosa è essere Sindaco e magari trovare anche grosse difficoltà legate al processo storico di una città nata da fusione amministrativa, altro è non poter aspirare ad essere Presidente di una provincia solo perché inviso ad un partito. Si denota anche, da parte delle solite sacche centraliste, una superficialità ed una mancata considerazione di quelli che sono stati i processi che hanno condotto ad una riorganizzazione amministrativa sullo Jonio. Tutto ciò si palesa nelle acclarate resistenze a riconoscere un ruolo più appropriato a quella che sarebbe la prima Città della Provincia con un ambito territoriale da sempre relegato ai margini del potere decisorio.
Ed è questa la vera battaglia che muove il movimento Magna Graecia nel battersi ad elevare la città di Corigliano-Rossano a capoluogo di provincia insieme a Crotone. Una nuova realtà titolare di se stessa nel decidere autonomamente le candidature confrontandosi direttamente con le sedi romane, senza i filtri intermedi provinciali sempre più avvitati su se stessi. Alla fine, vittime di questo sistema si rivelano proprio i sindaci Jonici a cui è impedita sul nascere ogni velleità di carrierismo. Ancor di più ora con il taglio dei Parlamentari. L’argomento è figlio di un disegno che da tempo immemore mira a penalizzare lo Jonio. Se così non fosse, un Dirigente sindacale intervenuto in una riunione della II e III Commissione in Comune a Crotone, non avrebbe mai detto che l’obiettivo della Città pitagorica dovrebbe essere quello di continuare a guardare verso Catanzaro e non già verso la Sibaritide. Ci siamo chiesti dove Crotone, negli ultimi 50anni, abbia guardato. Ebbene riteniamo che la risposta sia sotto gli occhi di tutti. Così come i risultati. Se è vero come è vero che non si è mai svezzata dal Capoluogo storico di riferimento nonostante sia stata investita del ruolo di Capoluogo di Provincia pur non avendone mai inverato la causa. La dipendenza politica di Crotone dal Capoluogo di Regione ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti: il centro jonico è fanalino di coda su ogni fronte nelle graduatorie nazionali per Provincia.
Ed è per questo che, come Comitato, abbiamo lanciato la sfidante idea di mettere insieme ambiti bistrattati, ma potenzialmente vincenti se inquadrati in un contesto sussidiario e di rete. Non già per immaginare improbabili centralismi sullo Jonio, ma per riconoscere a questo la centralità negata da una scriteriata visione che continua ad inquadrare questa Regione sotto una morsa a tre teste votata a diktat imposti dai Capoluoghi storici. Per proseguire verso le idee dirompenti, però, servono coraggio ed audacia! Ci rendiamo conto che ancora serpeggiano, tra gli Amministratori e Rappresentanti locali, atteggiamenti di sottomissione e finanche di paura ad affrontare ragionamenti di visione ed ampio respiro. Tale ragionamento è suffragato dalle proposte partorite, a livello regionale, di ristabilire in campo sanitario la condizione ex ante 2007. E tutto ciò senza considerare che, da allora, il sistema è stato basato sulla dinamica HUB – SPOKE e che oggi siamo soggetti alla legge dei numeri. Quindi, o creiamo nuovi ambiti provinciali che demograficamente suffraghino la possibilità di poter ricevere servizi, altrimenti, come Sibariti e Crotoniati, saremo destinati ad essere sempre le lande periferiche e depresse votate al servilismo e alla cortigianeria dei poteri centralisti.
Crotone/Corigliano-Rossano, lunedì 28 marzo 2022
Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia