Quest’anno a Sanremo c’è silenzio di voci calabresi. Per fortuna, ciò è addolcito dalla grande partecipazione dietro le quinte o nel settore enogastronomico.
Sono lontani i tempi degli artisti calabresi all’Ariston che hanno fatto la storia della musica italiana. Basti ricordare le sorelle Bertè – Mimì e Loredana – di Bagnara Calabra o Rino Gaetano di Crotone. Come sarebbe stato bello sentire quest’ultimo assieme a Morandi, Albano e Ranieri la scorsa serata. Chi come me lo ha pensato?
Ripercorriamo un po’ il nostro Sanremo. Mimì porta uno dei brani più premiati: “Almeno tu nell’universo”. Presentato nel 1989 valse il premio della Critica, dal 1996 intitolato a Mia Martini, scomparsa l’anno precedente e prima vincitrice in assoluto. Esso ebbe un notevole successo di vendite che pose fine al periodo più oscuro della sua carriera, pregno di vergognosi pregiudizi e maldicenze.
La sorella Loredana, invece, prende parte a ben dodici edizioni del Festival. Nel 2008 le è stato assegnato il “Premio alla carriera città di Sanremo” e nel 2019, per placare il malcontento del pubblico in sala dovuto al suo quarto posto con la canzone “Cosa ti aspetti da me” è stato inventato per lei il “Premio Pubblico dell’Ariston” attribuitole – letteralmente – il giorno dopo il verdetto.
Nell’Iter sanremese c’è una protagonista indiscussa: Crotone. Il già citato Rino Gaetano, infatti, le appartiene. Il 28°esimo festival della canzone italiana (1978), Rino porta la famosissima “Gianna”. Per la prima volta a Sanremo viene pronunciata la parola «sesso», cosa che quest’anno lo farebbe associare un po’ a Rosa Chemical. Nell’indimenticabile esibizione, si presenta con un cilindro, un elegante frac attillato, papillon bianco, maglietta a righe e scarpe da ginnastica. Il tutto, suonando l’ukulele. Probabilmente i tempi non erano maturi come oggi; si classifica infatti terzo.
Sempre in riferimento a Crotone troviamo Sergio Cammariere, pianista e cantautore, cugino di Rino Gaetano. Egli nel 2003 regala al Festival la delicatissima traccia “Tutto quello che un uomo” – il cui testo è scritto da Kunstler – che gli fa guadagnare il terzo posto, il Premio della Critica, il Premio “Migliore Composizione Musicale” e due dischi di platino.
E’ il turno di Mino Reitano, nato a Fiumara, città in provincia di Reggio Calabria. Partecipa sette volte al Festival di Sanremo, senza però mai vincere. Nel 1988, gareggia con quello che forse è stato il suo più grande successo, ”Italia”, posizionandosi quinto.
Chiudiamo con l’ultima partecipazione calabrese, quella che ha visto cantante Aiello nel 2021 con il singolo “Ora”. Interpretato e scritto da lui stesso, nella classifica generale raggiunge solo la 25esima posizione.
Eccoci all’assenza odierna. Se non siamo qui – a Sanremo – vuol dire che siamo da un’altra parte. Chiediamoci soltanto se è la parte giusta, se siamo dalla parte della bellezza e della cultura.
Al di là delle polemiche e delle critiche costruttive o meno, Sanremo è una possibilità. C’è sempre qualcosa di buono da trarne.
I talenti sono presenti in ogni regione, di questo sono tranquilla. Mi fa soltanto paura l’indifferenza, la passività. La Calabria avrebbe tanto da dare anche sul fronte musicale, e tramite questo fronte, avrebbe anche tanto da riprendere e mantenere.
Virginia Diaco