«C’è poco da fare, il “sistema” Asp fa acqua da tutte le parti. Quattro Aziende provinciali su cinque, Cosenza, Reggio, Vibo e Crotone, sono finite nell’occhio del ciclone della politica. Ragion per cui Mario Oliverio ne prenda atto e giacché è nei suoi poteri, commissari gli enti, per il bene, nel vero senso della parola, dei calabresi». Sulla vicenda interviene il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Ernesto Rapani, nel commentare lo sfacelo della sanità in Calabria. «A Cosenza la dirigenza è sotto assedio. Da mesi – spiega il dirigente di Fdi – non riesce a partorire l’atto aziendale. Basterebbe leggere i dati: in primis non sono rispettati i Lea, i livelli essenziali di assistenza dettati dal ministero. E poi tutta questa smania di voler accentrare negli Hub i servizi decentrati negli Spoke, altro non fa che ripercuotersi e penalizzare l’utenza, i malati che devono sobbarcarsi viaggi e ulteriori sofferenze per incapacità di certa politica di gestire la cosa pubblica. Se il diggì Mauro è finito nelle grinfie di consiglieri regionali vicini ad Oliverio, è tutto dire. Come se in una famiglia si bacchettasse la pecora nera. La richiesta di ispezione della commissione di Vigilanza all’Asp di Cosenza suona come una bocciatura su tutta la linea. Il tutto, a cascata, ricade causticamente sulla pelle dei calabresi». Ancora, all’Asp di Reggio «quattro consiglieri regionali, sempre vicinissimi a Oliverio, hanno richiesto la commissione d’inchiesta. Una legittima richiesta – avanza Rapani – anche alla luce dell’audizione di Mauro a Cosenza, dalla quale sarebbero emerse questioni poco chiare. A Vibo il dirigente amministrativo se ne va sbattendo la porta per dissidi con i vertici della Regione, guarda caso, alla vigilia della selezione di nuovi primari tramite concorsi, alcuni dei quali da designare a giugno. A Crotone, infine, il nuovo direttore generale dell’Azienda, originario di San Giovanni in Fiore e, pare, vicinissimo a Mario Oliverio, viene nominato non dalla giunta regionale ma dal direttore del dipartimento amministrativo». Una situazione, per Rapani, «ormai ingestibile. Il governatore ne prenda atto e faccia in modo di rimuovere tutte le incrostazioni che stanno arrugginendo il meccanismo, nell’esclusivo interesse dei cittadini e del loro diritto alla salute. La sanità non la si può considerare solo come sacca di voti dalla quale attingere alla bisogna, il servizio sanitario va considerato come essenziale per i cittadini».