‘’Non basta – sottolinea de Bartolo – la quota certa del 40% al Sud delle risorse del Piano di Ripresa e Resilienza(Pnrr) che rischia di creare un’ulteriore divaricazione nei livelli di sviluppo a discapito del Sud e acuire le difficoltà socio-economiche delle aree depresse le cui condizioni si sono vieppiù deteriorate a seguito della Pandemia da Covid 19’’. La spesa nazionale per interventi a favore del Sud – sottolinea de Bartolo – e’ scesa dallo 0,47% del Pil degli anni Novanta allo 0,15% del 2015. I fondi europei hanno sostituito soltanto in minima parte le politiche di riequilibrio. Al Sud e alla Calabria che evidenzia più disparità delle altre regioni del Sud – aggiunge il Sindaco di Morano Calabro e ‘’new entry’’ in ‘’Cambiamo’’ – deve essere dato ciò di cui ha effettivamente bisogno: a cominciare dal personale competente necessario ad elaborare progetti di sviluppo , come richiede il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il coordinatore regionale, Francesco Bevilacqua, chiede, a questo proposito, al Presidente facente funzione della Regione, Nino Spirlì di far sentire ‘’le buone ragioni’’ dei Comuni, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni. Inoltre – sottolinea Bevilacqua – la Regione dovrà operare, così come faranno i gruppi parlamentari di ‘’Coraggio Italia’’, affinché’ i Comuni, come le Regioni, svolgano un ruolo non da spettatore nella ‘’cabina di regia’’ del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza(PNRR). Circa 87 miliardi di euro, dovrebbero essere destinati a regioni, comuni , province e città metropolitane del Sud e sicuramente i comuni – osserva Bevilacqua – sono i maggiori investitori pubblici e dunque e’ necessario che sappiano che cosa dovranno fare, con quante risorse e quali sono le regole per amministrarle.
‘’Cambiamo’’ – preannuncia Bevilacqua- presenterà a breve il suo programma elettorale: un intero capitolo è dedicato alla strategia delle ‘’Aree interne’’ che rappresentano il 78% dei Comuni calabresi, oltre la metà della popolazione (58,54%) ed il 79% della superficie. Bisogna allargare – aggiunge Bevilacqua – la progettualità delle esistenti quattro ‘’Aree interne’’: Reventino-Savuto, Grecanica, Ionico-Serre, Sila -Pollino già nella ‘’strategia nazionale’’ , ad altre ‘’Aree che soffrono, al pari di quelle indicate, di diseguaglianze ma che al contempo offrono grandi disponibilità di risorse ambientali(risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali), e culturali( beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, artigianato). La quasi totalità delle ‘’Aree interne’’ – conclude Bevilacqua – è ‘’area rurale’’. Tale caratteristica preminente porterebbe a considerarla un ‘’grande incubatore’’ dove promuovere una rete di piccole e medie imprese identitarie che potrebbero utilizzare materie prime del territorio a rischio di estinzione e che si potrebbero servire dell’innovazione tecnologica per innovare i processi di produzione e di distribuzione.
(Comunicato Stampa)