«La Sibaritide, è vero, ha sempre portato acqua per gli altri, si è sempre spesa per cause altrui e poi puntualmente si è pianta addosso quando piovevano dal cielo scippi di ogni genere e quel depauperamento dei servizi essenziali, inesorabile, lento e continuo. Oggi questo territorio è privo di molti diritti: giustizia, sanità, infrastrutture da Medioevo. Però possiamo vantare ben cinque parlamentari, evento storico che rimarrà una meteora perché fra poco nessuno ricorderà più nomi e volti di chi non ha saputo muovere un dito per nulla: Statale 106, porto, tribunale, servizi. Il nulla assoluto, ipotizziamo per volere dei loro padroni e di chi li ha graziati. Anzi, se consideriamo che l’unica cosa che hanno provato a fare è stata quella di mettersi di traverso sulla realizzazione del terzo megalotto, è tutto dire. Oggi, sempre a proposito di statale 106, non sono riusciti, ma forse non ci hanno nemmeno provato considerando le loro capacità politiche, a far capire al Governo quanto sia importante l’infrastrutturazione dell’arco jonico per sottrarlo dal Medioevo a cui è stato relegato».
«Fratelli d’Italia per questo territorio – ricorda Rapani – aveva ed ha le idee chiare e le abbiamo proposte: ammodernamento della statale 106, metropolitana di superficie Sibari-Aeroporto di Crotone, sono solo due dei “cavalli di battaglia” delle nostre campagne elettorali che porteremo sul tavolo del prossimo governo grazie a Giorgia Meloni che di uno dei suoi motti, “Prima il sud”, ne fa una filosofia di vita».
«Questo territorio – prosegue il dirigente di Fdi – ha sempre subito dominazioni storiche e politiche e quando, per grazia ricevuta, ha avuto la possibilità di rialzarsi con le proprie forze, sono mancate le rappresentanze. Della partita sarebbe potuto essere il sindaco di Corigliano Rossano nelle vesti di presidente della Provincia di Cosenza. Auspicavamo una sua candidatura ed invece anche lui non è stato capace di raccogliere le firme necessarie. Le voci che giungono sul suo appeal territoriale sono drammatiche; vorrebbe ergersi a guida ma è mal digerito da tanti. Stasi ha avuto una grande chance e con nonchalance l’ha gettata alle ortiche. Poteva essere voce, cassa di risonanza, rappresentante di questa terra ed invece si è subito assuefatto alla poltrona smettendo di combattere per i problemi della gente, per i quali si era distinto negli anni precedenti, seppure solo a parole, grazie al talento innato dell’ars oratoria che gli va riconosciuto e alla retorica fine, però, a sé stessa» (Comunicato stampa).